Circolo chiuso
La banda dei brocchi
La casa del sonno
L'amore non guasta
La famiglia Winshaw
Nato a Birmingham nel 1961, Jonathan Coe
ha alle spalle due biografie dedicate a James Stewart e Humphrey Bogart, oltre
ad un pugno di romanzi tra cui l’affresco d’ampio respiro de La famiglia Winshaw. Protagonista
indiscusso de La casa del sonno è un
centenario immobile di Ashdown, una costruzione in pietra intorno alla quale
finiscono per gravitare i destini dei personaggi del romanzo. La storia è
articolata su due distinti livelli temporali che si intrecciano di continuo
creando un gioco ad incastri condotto sempre in modo impeccabile. Coe comincia
presentandoci i personaggi da studenti, agli inizi degli anni Ottanta, col loro
bagaglio di sogni, passioni e stranezze: da Gregory - che studia medicina e
spia il sonno degli altri - a Terry - studente di cinema, che dorme quattordici
ore al giorno e sogna di dirigere un film con cinquant'anni di riprese -, da
Veronica - una femminista gay appassionata di teatro - a Sarah - che confonde i
suoi sogni iperrealistici con gli eventi veri e propri -, fino al timido Robert
- innamorato in modo irreversibile di Sarah e disposto a tutto per conquistarla
-. Dodici anni dopo i ragazzi sono diventati adulti, e sono profondamente
cambiati: le vie del destino li riportano tutti verso la vecchia casa di
Ashdown, diventata un importante centro di ricerche sul sonno e diretta da
Gregory: vi ritorna Terry, diventato un noto giornalista cinematografico freelance ma incapace di dormire da
anni. Ed alla fine vi convergeranno anche le strade di Robert e Sarah, in un
notevole finale a sorpresa, stupefacente assioma su dove è possibile spingersi
in nome dell’amore. La casa del sonno è un romanzo
strutturalmente complesso in cui i fili narrativi delle varie sottotrame
sembrano avanzare implacabili quanto indipendenti l’una dall’altra pagina dopo
pagina, mosse in apparenza soltanto dal caso e da uno stupefacente sistema di
ricorsi biografici, in realtà pilotate da una
maestria letteraria di cui sentiremo parlare ancora a lungo.
Jonathan Coe, La casa del sonno, Milano, Feltrinelli, 1998; pp. 307
Voto
8
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