Il tocco magico della Meridiano zero colpisce ancora e
scova nel magma incalzante di scrittori emergenti, un nome nuovo: Laura
Liberale. Poetessa e scrittrice di racconti, la Liberale colpisce per il
suo stile inusitato, rifinito al millimetro per dissacrare un mondo fintamente
pulito, nel suo abbeverarsi tra cadevari e denaro facile.
Il business ha raggiunto anche l’industria della morte. Anche in questo settore,
aperto al moderno che avanza, hanno a disposizione una fiera d’avanguardia per
i materiali in uso. L’evento clou è sicuramente la presenza della poetessa Lucilla
Pezzi nella sua ultima esibizione, che ha fatto del proprio corpo un
oggetto di arte estrema, e il suo destino sarà concedersi alla morte, per
consacrare la sua carriera. Sotto i riflettori si affolla un pubblico che la
idolatra in queste sue performance tra poesia ed esibizione della sua carne,
quando gli appare davanti gli occhi attoniti della
sorella minore. In questo narrare
fiabesco, intriso di un senso gotico perturbante, la Liberale sottrae il
lettore da facili sensazionalismi per indurlo lungo un percorso di tetro
stupore, pieno di magnetismo nel dipengere le situazioni in maniera grottesca
nel far apparire scarno il volto umano nella sua
oramai prassi di indurre il tutto in un puro spettacolo di superficie e vacuo
al suo interno. In questa redenzione c’è il sapore amaro di una vita che vuole riprendere il
senso di essere vivo, fuori dagli eccessi superflui di un presente
annichilente.
Voto
7