James Reasoner
Il vento del Texas
Una terra pregna di sangue
Meridiano zero, meridianonero, pp. 192, € 13,50
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Se classico vuol dire scrittore o artista che ha raggiunto i migliori risultati
con un opera eccellente, ci rientra anche Il vento del Texas, noir
tagliente e profondo a firma del prolifico James Reasoner, con oltre
200 romanzi pubblicati a proprio nome o sotto pseudonimo. Questo romanzo uscito
nel 1980 è diventato da subito un oggetto di culto, alimentando discussioni e
portando questo libro nella cerchia delle opere che con il tempo non hanno
perso la loro aurora di fama. Il
territorio texano è ostile, dove il vento è l’elemento che spazza via e
cambia le condizioni spaziali dei protagonisti, costruendo una gabbia naturale
dove la natura umana muta il proprio percorso emotivo. Il luogo per eccellenza
dell’immaginario americano, diventa lo sfondo ideale per scrutare la tragedia
dell’esistere, nelle sue sfumature impercettibili che portano delle situazioni
di normalità ad attimi di follia improvvisa. La struttura del romanzo non è di costruire una linea narrativa di mero genere noir, ma entrare dentro gli slittamenti mentali dei personaggi, per farne scaturire le loro profonde fragilità e propensione al delitto. Ritrovare Mandy figlia di un ricco uomo d'affari di Fort
Worth, è una missione per l’investigatore privato Cody, un uomo tutto d’un pezzo che appartiene ad un passato oramai rimosso dal progresso della contemporaneità. Tra avvenimenti macabri e pestaggi violenti, Cody sprofonda in un indagine altamente pericolosa. Solo la sua speranza per un mondo migliore, non lo condurranno nel vortice del caos, in un incrocio che fonde mito e poetica del quotidiano, come se fosse una ballata aperta al melodramma, per
disegnare l’odio, l’amore e la paura che investono non solo i personaggi ma
anche il lettore, trasmettendo un’intensità umana avvolgente. Alla fine quello
che appare è un mondo reale, fatto di gente comune, dove l’orrore appare inspiegabilmente e lo stile asciutto di Reasoner ci ripropone con medesimo ardore le nostre debolezze e fragilità, nella migliore tradizione del romanzo
americano.
Voto
8
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