Pieces of you
This way
L'album d'esordio della giovane Jewel Kilcher (classe 1974) è stato
pubblicato nel 1995, ma ha impiegato quasi due anni per conquistare le
classifiche americane e vendere oltre tre milioni di copie, ben tre anni prima
di essere conosciuto anche in Italia. Non è la prima volta che simili anomalie
scardinano il sistema del music business, ma il ritardo fisiologico con
cui il disco è sbarcato in Europa ha procurato a questa cantautrice
originaria dell'Alaska un fantastico biglietto da visita: durante la sua
lunga ma costante scalata alle charts Pieces of you ha infatti suscitato un nugolo di approvazioni
'eccellenti' - anche da parte di Bob Dylan e Neil Young
-, e lo stile di Jewel è stato accostato al folk-pop di Tracy Chapman.
Il percorso interno del disco è dichiaratamente intimistico, dettaglio normale
considerando che la gran parte dei brani la giovane artista (che si diletta
anche di poesia) li ha scritti in tarda adolescenza, tra i diciassette ed i
diciannove anni: le canzoni, spesso accompagnate soltanto dalla chitarra
acustica, parlano di storie d'amore e vi traspare una vena di soffusa
malinconia. La voce di Jewel
da tonalità quasi infantili (in Pieces
of you o in Near you always),
dolcissime, sa farsi morbida e sinuosa, più 'adulta' e affascinante, in brani
come Foolish games o Little sister - dove è davvero molto
vicina allo stile della Chapman -. Tra le quindici canzoni che compongono
l'album le più riuscite sono sicuramente il pezzo d'apertura, la splendida Who will save your soul, e la
struggente You were meant for me. E’
nata una nuova
stella del folk a stelle e strisce? Forse, ma lo sapremo tra qualche
tempo e qualche disco più avanti, intanto prendiamo atto di Pieces of you,
sicuramente convincente, spontaneo ed intenso.
Jewel, Pieces of you [Atlantic 1995]
Voto
7½
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