Palloncini bianchi, alcuni hanno portato qualche
foto e tanti Lp, altri ascoltano e fanno sentire a chi è intorno la
musica del compianto Duca Bianco dallo smartphone e con quella accendono
l’atmosfera, mentre un ragazzino, suona chitarra a tracolla inni senza
tempo, come Heroes, Space oddity, Rebel rebel. Per una volta anche il rock ha qualche lacrima
(e tanta gratitudine) da piangere. E
non è certo un’eresia versarla per un grande artista come David Bowie, nato a Londra l’8 gennaio 1947 e scomparso a New York il 10 gennaio 2016. Ovviamente i modi per rendergli omaggio sono tanti. Uno dei
più azzeccati anima i tre flashmob
che sono stati organizzati in tre capitali italiane della cultura e della
musica.
“E’ un’iniziativa spontanea” - sottolineato Walter Bianco, portavoce del fan club italiano di Bowie, che conta 2.636 iscritti -. Dopo aver coinvolto piazza del Popolo a Roma, si svolge il 16 gennaio 2016 alle 15, in contemporanea in piazza Santa Maria Novella a Firenze e alle Colonne di San
Lorenzo di Milano”.
Una maniera sincera, spontanea, vera, per ricordare il grande Ziggy Stardust, l’ineffabile Starman, che in questi anni ci ha appassionato. Intanto la chiamata a raccolta dei fan è scattata su facebook: chi vuole può portare la chitarra per suonare, dedicare un look a David o indossare costumi bizzarri per ricordare il suo gusto per la
provocazione: ognuno avrà modo di rievocare Bowie nel modo più vicino alle sue corde. Per colorare il suo carico di ricordi e di passione dell’intensità con cui il musicista inglese calcava ogni ribalta,
anche quella della vita. Fino in fondo. Come testimonia l’ottimo album Blackstar,
pubblicato l’8 gennaio 2016, per il compleanno dell’artista, 2 giorni prima di morire a NY. Ma non dai nostri cuori.
Nel rivedere la sera in cui il mondo ha appreso
della sua morte, “Ziggy Stardust and the Spiders from Mars (sometimes called Bowie 1973)”,
il docufilm di D. A. Pennebaker che immortala l'ultimo fantastico concerto
dell' Aladdin Sane Tour, nonché l'ultima esibizione di Bowie nei panni
del suo alter ego (Ziggy Stardust) con gli Spiders from Mars al completo,
all’Hammersmith Odeon di Londra nel 1973, un sacco di ricordi sono
tornati a galla. E la sconfortante notizia della morte del grande David a 69
anni è stata addolcita (almeno per chi stava guardando quel tributo su
Rai 5) dalla grandezza della sua musica, delle sue intuizioni che, a distanza
di 43 anni da quel mitico concerto, saettano (non è una citazione
futurista o bolidista, ma un riferimento al look che David sfoggiava per Aladdin Sane) ancora
sorprendenti, inarrivabili, illuminate. Non c’è retorica che
tenga. Se il migliore rock (ma anche punk, soul e persino jazz) ha in David
Robert Jones un alfiere eccezionale, sarà duro trovare nel presente e
nel futuro un talento anche solo paragonabile all’artista scomparso.
I fiorentini, che hanno sempre amato
l’eleganza, la creatività e lo stile di Bowie lo hanno salutato
con un flashmob pieno di affetto e colore. Amore ricambiato dall’uomo
caduto dalle stelle, che, dopo aver frequentato la città nel 1987, ai tempi
del suo fantastico Glass Spider tour, tornò a Firenze per celebrare
un’occasione molto importante. David, che per l’occasione sfoggiava
un ineccepibile abito nero, scelse
infatti proprio Firenze per celebrare il matrimonio con la modella Iman
Abdulmajid alla chiesa anglicana di San Giacomo in via de' Rucellai alle 16,30
del 6 giugno 1992. Il Duca Bianco e la Venere nera, festeggiarono poi con i
loro ospiti (fra questi Yoko Ono, Thierry Mugler, Bianca Jagger, Bono degli U2,
Steve Winwood) con
l’accompagnamento dell’Orchestra da camera fiorentina a Villa La
Massa e un po’ tutta Firenze gioì
per l’onore che le due star avevano accordato a una città che,
solo da pochi anni, non era
più la capitale indiscussa del rock Italiano, ma ancora un centro
nevralgico della creatività italiana.
“Negli altri paesi avevano dei riferimenti
fisici dove potersi riunire, come il quartiere Brixton
a Londra o ad Hauptstrasse a Berlino,
nell’appartamento dove Bowie visse dal 1976 al 1978 - spiega Bianco –. In Italia non avendo dei riferimenti fisici precisi abbiamo deciso di farlo nelle grandi piazze”.
Intanto esce un disco postumo di David Bowie, con un interessante ampliamento di
"Blackstar", l'ultimo album dell'artista inglese, che viene ripubblicato in edizione
deluxe. Anche per il lavoro precedente, The Next Day uscito nel
2013, è stata poi lanciata un'edizione extra, composta da tre dischi,
con remix e bonus track. E la mostra David Bowie Is, che nel 2013 ha debuttato
al Victoria and Albert Museum di Londra, che dal 14 luglio al 13 novembre 2016 è stata programmata, come unica
data italiana, al MAMbo di Bologna e nel 2017 ha animato il Museu del Disseny a Barcellona, continua a mietere successi all ove the world. La prossima tappa è New York, che al Brooklyn Museum accoglie questa spettacolare ricostruzione dell'intera carriera
di Bowie dal 2 marzo al 15 luglio 2018.
Voto
9
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