Il
documentario di Philip Gröning sulla vita monastica nella Grande Chartreuse,
celeberrimo monastero sperduto tra Grenoble e Chambéry, in mezzo alle Alpi
francesi, è la vera sorpresa di questa stagione cinematografica. Oltre due ore
di silenzio quasi assoluto – interrotto solo da qualche dialogo sussurrato dei
monaci, che scorrono lentamente sullo schermo, presentando la vita religiosa
nella sua grandiosa e taciturna semplicità – non annoiano, come si potrebbe
forse pensare a prima vista, anzi catturano l’attenzione dello spettatore,
portandolo in un mondo lontano dalla sua vita quotidiana ed immergendolo in una
realtà che sembra fuori dalla storia ma che, al contrario, mette in scena le
“onde lunghe” della storia di cui parlò il grande storico transalpino Fernand
Braudel riferendosi al Mediterraneo. Già nel lontano 1984 nella mente del
regista Philip Gröning era sbocciata
l’idea di girare un documentario all’interno del convento francese, ma i monaci
non si sentivano ancora pronti ad essere filmati. Solo quindici anni più tardi,
con una semplice telefonata, il priore della Chartreuse ha dato il suo placet
al cineasta tedesco. Dopo complessivamente quasi vent’anni tra attesa e
realizzazione, il risultato è un film straordinariamente suggestivo che, in
quasi sei mesi di riprese nel convento, Gröning ha realizzato da solo –
risultando responsabile della regia, delle riprese, del suono e del montaggio
delle scene – davvero un’impresa titanica e pionieristica, quasi d’altri tempi,
realizzando un film
che in Germania, fin dall’uscita nelle sale cinematografiche, ha affascinato
milioni di spettatori, fornendo loro per quasi tre ore l’impressione profonda e
pregnante di una vita integralmente dissonante rispetto alla loro frenesia
quotidiana, dedicata in modo esplicito ed esclusivo alla contemplazione di Dio,
alla ricerca della vera felicità. Da non perdere.
Il grande silenzio - Die große Stille, regia di Philip Gröning; documentario; Germania; 2005; C.; dur. 2h e 42’
Voto
8½
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