Amadeus
L'ultimo inquisitore - Goya's Ghosts
Cominciò Ridley Scott
rimettendo le mani su Blade Runner, cult movie fantascientico per
eccellenza, ripresentato nel 1991 con piccoli ritocchi, l’eliminazione della
voce fuori campo ed un finale diverso. Ma a convincere le majors hollywoodiane
che l’operazione director’s cut era un affare fu il successo imprevisto
della riedizione de L’esorcista
di William Friedkin a fine 2000, che ha aperto la via alla versione redux
di Apocalipse Now di Francis Ford Coppola l’anno scorso ed alla
riproposta con maquillage digitale di E.T. nel ventennale
del film di Steven Spielberg. Grazie alla strategia del director’s cut sono
così tornati in circolazione classici di qualità, appagando registi costretti
all’epoca a montaggi non coerenti con le proprie idee, imposti dalle case di
produzione, che soprattutto in America hanno sempre avuto l’ultima parola sul
prodotto finito. Dato che in Italia in pratica i cineclub non esistono più,
questo sistema di ‘riciclaggio’ artistico – insieme alle riproposte celebrative
(come 2001 Odissea
nello spazio di Stanley Kubrick nell’anno del titolo) e con il restauro
di capolavori usurati dal tempo – ha comunque permesso di rivedere ottimi film
nella sede più consona a chi li ha persi alla prima uscita, magari per motivi
anagrafici, evitando di ricorrere all’arma a doppio taglio del remake o
a quella più commerciale del sequel (o del prequel, geniale
variazione sul tema escogitata da George Lucas). L’ultima pellicola della serie
in tal senso è il director’s cut di Amadeus di Milos Forman,
girato a Praga nel 1984 dal regista ceco ed oggi riedito con colonna sonora
rimasterizzata e con l’aggiunta di venti minuti a suo tempo sacrificati in sede
di montaggio per snellire la pellicola, tratta dal testo teatrale di Sir Peter
Shaffer (autore anche della sceneggiatura), rappresentato a Londra ed a
Broadway con grande successo. Il
film di Milos Forman racconta la vita di Wolfgang Amadeus Mozart, enfant
prodige alle corti di mezza Europa, compositore d’incomparabile talento,
capace di rileggere in una sintesi originale tutti i generi musicali del suo
tempo e di lasciare un corpus di circa settecento opere nonostante la
morte precoce a trentacinque anni. Amadeus rilegge la parabola del
giovane autore salisburghese dalla prospettiva del suo rivale, il prelato
Antonio Salieri, compositore di corte presso l’imperatore austriaco Giuseppe
II. Attraverso una narrazione basata su flashbacks dal 1823 un Salieri
ormai anziano, ospite del manicomio di Vienna, ci riporta ai suoi anni
giovanili per confessare il suo tremendo segreto ad un incredulo giovane prete,
quando riconobbe nello spontaneo genio musicale di Mozart, volgare e libertino,
la dimostrazione incontrovertibile della propria mediocrità, e decise di votare
i propri sforzi alla distruzione dell’antagonista (fatto mai provato
storicamente), odiato ed apprezzato allo stesso tempo. Amadeus vinse
complessivamente otto Oscar: miglior film, regia (seconda statuetta per Forman
dopo Qualcuno volò sul nido del cuculo), attore protagonista (F. Murray
Abraham), sceneggiatura, costumi, suono, trucco e scenografia.
Amadeus - Director's Cut, regia di Milos Forman, con F. Murray Abraham, Tom Hulce, Elizabeth Berridge, Jeffrey Jones; drammatico; Usa; 1984-2002; dur. 2h e 58'
Voto
8
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