Gli esuberati (di Pennac-Tardi)
La passione secondo Thérèse
Signori bambini
Ecco la storia
Per uno scrittore è un’innegabile fortuna riuscire a creare un
filone di successo e, nonostante l’implicita serialità dell’operazione, in grado di mantenere una qualità notevole sotto il versante
letterario ad ogni nuovo episodio. Daniel Pennac è diventato a buon diritto famoso appunto grazie alla geniale invenzione della tribù Malaussène,
che ha dato avvio ad una felice saga familiare le cui uscite ormai da diversi
anni sono attese con ansia dal sempre più crescente nugolo di estimatori di
Benjamin Malaussène, di professione capro espiatorio, e variopinta compagnia di
amici e parenti. Ma a Pennac va dato il merito di essere uno scrittore vero, in
possesso di una fervida creatività, come si è visto in Signori bambini,
in cui comunque emergevano qua e là influssi dell’epopea romanzesca
malasseniana, e come si evince dalla lettura della sua ultima fatica
metaromanzesca, intitolata Ecco la storia,
in cui lo scrittore transalpino sembra aver cambiato passo rispetto alla sua
produzione precedente, forse eccettuando il saggio Come un romanzo, dedicato all’arte della lettura. La volontà di
cambiamento espressa da Pennac in questo romanzo spicca a partire dall’incipit, che non a caso si apre
significativamente con un condizionale, spiegando che tipo di storia ci
attende: “Sarebbe la storia di un dittatore agorafobico" che, volendo
sfuggire all’orribile predizione sulla propria fine, sceglie un sosia, che a
sua volta sceglie un sosia, che a sua volta sceglie un sosia. In Ecco la storia Pennac
racconta la storia dell’autore che racconta la storia di tutti i suoi sosia,
scegliendo dunque di giocare a carte scoperte con il lettore, manifestando il
delicato meccanismo dell’opera, un metaromanzo, ovvero una riflessione sul
romanzo nel suo farsi, e precisando subito il ricorso ad un soggetto tipicamente
romanzesco, come il sosia. Siamo a Teresina negli anni Trenta, in una classica
repubblica delle banane sudamericana (di fantasia, ça va sans dire) in cui regna il classico dittatore, Manuel Pereira
da Ponte Martins, per tutti solo Pereira, asceso al potere trucidando il suo
predecessore, somigliante a Rodolfo Valentino, agorafobico perché
un’infallibile maga gli ha svelato che lui, l’orecchio del proprio paese,
morirà sopraffatto dalla folla inferocita. La storia continua con
l’insediamento (segreto) al potere di un sosia di Pereira, mentre il vero
dittatore tenterà di sfuggire al destino e di godersi la vita in un
interminabile viaggio per l’Europa. Ma accadrà che il sosia, ammorbato a sua
volta dal fardello del comando, sceglierà altri due sosia, due gemelli, per
cercare fortuna nel cinema, colpito sulla via di Damasco dalla visione de La febbre dell’oro di Chaplin, partito
con un proiettore in spalla alla volta di Hollywood ma costretto dal destino a
diventare un sosia al quadrato (di Chaplin che si finge Valentino, nientemeno).
Ma Ecco la storia non
è un romanzo rettilineo, bensì un mosaico narrativo dalla struttura eptapartita
in cui Pennac si diletta ad entrare nella storia in prima persona,
raccontandone la genesi in prospettiva autobiografica, alternandosi tra le
distinte storie dei vari sosia, facendo spesso macchina indietro, addirittura
introducendo nel romanzo nel suo farsi un personaggio di carta presentandolo
come persona reale - la geniale invenzione di Sonia, oggi una vecchia signora,
in gioventù testimone della straordinaria morte del secondo sosia in un cinema
durante la proiezione de Il grande dittatore -,
addirittura stimolatrice della successiva creazione narrative e lettrice
simpaticamente critica del romanzo scritto da Pennac fino a quel momento. Con
simili presupposti si potrebbe prefigurarsi Ecco la storia come un libro troppo intellettualistico per
intrigare il fedele pubblico di Pennac, ma simile pregiudizio è destinato a
scomparire come neve al sole con la lettura del primo capitolo: siamo infatti
davanti ad un delizioso, imperdibile esempio di metaletteratura che inchioderà
il lettore fino all’ultima pagina con una serie di mirabolanti invenzioni.
Daniel Pennac, Ecco la storia, Milano, Feltrinelli, 2003; pp. 320
Voto
8½
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