Aristotele Detective
Aristotele e il giavellotto fatale
Aristotele e la giustizia poetica
Gli alchimisti
E’ diventata un piccolo caso letterario a scoppio
retroattivo Margaret Doody, con la felice invenzione di Aristotele in atipica
versione investigatore part time. L’autrice canadese, docente
di Letteratura comparata
alla Notre-Dame University, ha ipotizzato che il genere romanzo risalga alla
Grecia classica (nel monumentale saggio The true story of the novel): essendo una profonda conoscitrice
del periodo, per diletto ha iniziato a scrivere una storia poliziesca (nel
lontano 1978) con il filosofo per antonomasia come protagonista di Aristotele detective, continuando poi con il racconto
lungo Aristotele e il giavellotto
fatale e quindi con Aristotele e la giustizia poetica, edito di recente dalla Sellerio
in prima edizione mondiale. L’ultimo titolo in particolare scopre in modo
palese il gioco di rimandi in atto nella trilogia aristotelica: sotto le trame
romanzesche si possono infatti scorgere come palinsesti ideologici di
riferimento i tre trattati fondamentali della filosofia dello Stagirita –
rispettivamente la Metafisica, la Fisica e la Poetica, esemplificata per l’appunto nell’ultima prova narrativa della Doody –.
Al centro di Aristotele e la giustizia poetica troviamo come sempre Aristotele ed
il ventitreenne Stefanos, spalla fissa delle inchieste del filosofo e suo
ex allievo, stavolta intenti a risolvere un misterioso caso di rapimento. Il
romanzo prende avvio nella primavera del 332 a.C.: durante la Notte dei
Fantasmi, alla fine dell’Antisteria, ovvero la Festa dei Fiori che ad Atene si
celebra in febbraio, Aristotele e
Stefanos prendono parte ad una Cena Silenziosa (con viveri e vino a carico) in
casa di uno dei signori dell’argento di Atene. Per i due è una notte strana ed
ottenebrata dall’alcool, per il resto degli astanti pure: si succedono
inspiegabili apparizioni e, soprattutto, viene rapita la bella Antia, ricca
ereditiera che più di un pretendente desidera come sposa. Dell’indagine a ruota
vengono incaricati Aristotele ed il suo giovane braccio destro: le tracce
portano la coppia verso Delfi, e durante il lungo e movimentato tragitto
potranno incontrare personaggi di diversa estrazione sociale e culturale. Tra
delitti, agguati e sorprese i due protagonisti giungeranno infine a Delfi, e
porranno i propri quesiti alla Pizia – Stefanos sul suo futuro matrimoniale, Aristotele
sulla convenienza di liberare due atipici schiavi trovati per la via –, giusto
in tempo per tirare il bandolo dell’intricata matassa e risolvere il caso
secondo copione, un caso che il detective ed il suo giovane aiutante avevano
già inquadrato ad indagine in corso secondo un’intrigante ottica
filosofico-letteraria. Aristotele e la
giustizia poetica, nonostante la notevole lunghezza, è un romanzo ricco di suspense,
quasi una soap opera sull’alta società della Grecia antica, dove non c’è
l’ombra di un dialogo fuori posto, la trama è rigorosa e serrata, la
ricostruzione storica impeccabile: sicuramente il più completo della trilogia
aristotelica. Resta solo da augurarsi che la serie continui...
Margaret Doody, Aristotele e la giustizia poetica,
Palermo, Sellerio, 2000; pp. 458
Voto
8
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