Un viaggio chiamato amore
Romanzo criminale
Il grande sogno
L’ultimo
film di Michele Placido racconta la vita sentimentale della scrittrice Sibilla
Aleramo, nel dettaglio l’intensa
e tormentata storia d’amore che la legò al poeta Dino Campana tra il 1916 e
l’inizio del 1918. Sibilla, all’anagrafe Rina Faccio, è una splendida
quarantenne passata per una gioventù difficile: la famiglia turbata dalla
follia della madre (e dalle infedeltà del padre), un matrimonio riparatore con un
gretto dipendente del padre ancora adolescente, la difficile decisione di
abbandonare il marito ma anche l’adorato figlio Walter, che non potrà più
vedere. A quarant’anni Rina è diventata Sibilla, ha
esorcizzato il passato in un romanzo, Una donna, è una presenza della
cerchia degli intellettuali fiorentini, ha avuto molti amanti, tutti scrittori.
Il primo contatto di Sibilla Aleramo con Dino Campana avviene
attraverso i suoi versi: avvertendo uno spirito affine al suo, Sibilla comincia
a corrispondere con il giovane poeta, finché decidono di conoscersi. Tra i due
l’amore sboccia a prima vista: teatro del colpo di fulmine è il paese della
campagna toscana dove vive Campana,
che subito avverte la visitatrice che sul proprio conto gira voce che è matto. Sibilla
resta subito stregata dalla passione e dal fascino di Campana, che ha nove anni
meno di lei ed ha appena pubblicato i Canti orfici tra la generale
indifferenza dei critici: la stesura delle sue liriche – l’unico manoscritto
originale fu perso da Ardengo Soffici, cui Campana l’aveva inviato chiedendo se
fosse degno di pubblicazione –, ‘riscavate’ dalla memoria, ha messo a dura
prova la sua mente. Inizia così una storia d’amore di grande afflato romantico
ma marcata allo stesso tempo dall’instabilità emotiva del giovane poeta, il
lato oscuro di Un viaggio chiamato amore – titolo del film e dell’epistolario
su cui Placido ha basato la relativa sceneggiatura –, un viaggio sentimentale
la cui ultima fermata per Campana
sarà il manicomio di Castel Pulci, dove resterà internato fino alla morte. La
relazione tra Campana e la Aleramo procede alternando frammenti della
corrispondenza tra i due, squarci lirici di grande intensità e gli efficaci flashbacks
dell’infelice passato della scrittrice, talora in libera sovrapposizione con la
trama principale. Un viaggio chiamato amore è un film sicuramente arduo
ed a tratti di difficile decifrazione, tutto giocato sulla recitazione dei due
protagonisti, Laura
Morante e Stefano
Accorsi, entrambi intensi e bravissimi. Calzante e suggestivo il finale,
illuminato da una lirica metafora (composta ma non stesa da Campana) che rapporta la
storia d’amore alla caducità delle rose.
Un viaggio chiamato amore, regia di Michele Placido, con Stefano Accorsi, Laura Morante, Alessandro Haber; drammatico/sentimentale; Italia; 2002; C.; dur. 1h e 45'
Voto
7
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