Love Actually
I Love Radio Rock

Siamo nel 1966, ovvero il periodo d’oro del rock britannico, quando Beatles e Rolling Stones furoreggiavano ovunque e nella rigida Inghilterra iniziava a risuonare la sveglia della Swinging London. Ma in tale effervescente contesto musicale chi era in cerca di una boccata d’aria fresca e di sane emozioni poteva trovarle soltanto sintonizzandosi sulle frequenze di una radio pirata che trasmetteva canzoni rock e pop ventiquattro ore su ventiquattro (contro le due settimanali della BBC) da una barca al largo delle coste britanniche, nel bel mezzo del Mare del Nord. C’erano ben ventiquattro milioni di inglesi tra gli ascoltatori di Radio Rock, diretta da Quentin, un affabile dandy coevo, ed animata da un gruppo di DJ disposti a tutto sul fronte musicale, tra i quali l’imprevedibile americano Conte, il suo rivale britannico Gavin, di ritorno dagli States, ed una variopinta ma ben assortita ciurma di colleghi. Preoccupato dall’influenza che questi pirati dell’etere avrebbero potuto esercitare sulle generazioni più verdi l’austero ministro Dormandy decide così di avviare la sua crociata personale per costringere Radio Rock ad interrompere le trasmissioni. Nel frattempo, nella barca di Radio Rock il buon Quentin accoglie il giovane Carl, il suo figlioccio, fresco d’espulsione scolastica, nel variopinto equipaggio, dove avrà la fortuna di scoprire i valori dell’amore e dell’amicizia, iniziando a muovere i primi passi da adulto – ovvero un sofferto esordio erotico e la sorprendente conclusione della ricerca del padre mai conosciuto –. Già regista di Love Actually e sceneggiatore di fortunatissime commedie da Quattro matrimoni e un funerale fino a Notting Hill, Richard Curtis è tornato dietro la macchina da presa per dirigere I Love Radio Rock, un autentico gioiellino per la sua vitalità, l’irripetibile colonna sonora, l'ispirato e sovversivo cast in cui brilla un dirompente Philip Seymour Hoffman in un ruolo che gli calza a pennello. Da segnalare in particolare una soundtrack a dir poco strepitosa, che ci porta a spasso tra le migliori canzoni degli anni Sessanta, tra Kinks e Rolling Stones, Dusty Springfield e moltissimi altri. Magnifica una sequenza subacquea in cui il giovane Carl salva il padre ritrovato dall’annegamento e dalle sue idiosincrasie musicali con Father and Son di Cat Stevens in sottofondo. Oltre due ore di libertà, goliardia, trasgressione e vero rock’n’roll senza neanche un minuto di troppo: una commedia musicale godibile fino ai titoli di coda. Da non perdere.

Voto 7/8