Il Patriota
L'alba del giorno dopo - The day after tomorrow
2012

Chi avrebbe mai potuto immaginare che nel petto del cineasta ‘catastrofista’ per eccellenza batteva un cuore ecologico? Ecco The day after tomorrow - L'alba del giorno dopo a dimostrarci il contrario, ovvero l’ennesimo kolossal altamente spettacolare della serie, dotato di corpose dosi di suspense, effetti speciali a profusione nonché happy ending d’obbligo, il solito cinema di Roland Emmerich, insomma. Sulla falsa riga di The core, accade che l’emerito climatologo Adrian Hall lanci un allarme per i nefasti effetti dell’innarrestabile inquinamento che continua a dissestare il globo terrestre: se non si troverà una soluzione in tempi brevi, il modello sviluppato dallo studioso prevede che la temperatura della Corrente del Golfo diminuerà innescando una serie di mutamenti climatici che condurranno ad una nuova era glaciale. Ovviamente l’appello è destinato a cadere nel vuoto perché nessuno è profeta in patria: accade però che la glaciazione arrivi molto prima del previsto, inarrestabile come ogni forza della natura che si rispetti. In questo apocalittico scenario i ricchi americani dell’emisfero settentrionale paradossalmente diventano i nuovi clandestini che questuano l’accesso alle frontiere dell’ex terzo mondo per sopravvivere. The day after tomorrow - L'alba del giorno dopo si sviluppa mostrandoci con straordinari effetti speciali l’avanzare del ghiaccio e della neve nel mondo: in particolare assistiamo ad un’incredibile quanto accuratissima inondazione di New York con successiva ed istantanea glaciazione della Grande Mela. Dal quadro generale al dramma particolare l’obiettivo va a stringere sulla New York Library, dove il giovane figlio del Prof. Hall dovrà cercare di sopravvivere con pochi compagni di sventura, mentre il genitore tenta di attraversare l’America lungo un itinerario ormai polare per azzardare un salvataggio quasi impossibile. Nel frattempo il vicepresidente degli States, divenuto presidente per glaciale decesso del suo superiore in carica, sarà costretto a negoziare con il Messico l’accoglienza del popolo americano, mettendo sul tavolo l’azzeramento del debito con i paesi del Sudamerica. Intendiamoci, The day after tomorrow non è che il solito blockbuster da combattimento di Roland Emmerich, ma il profilo politicamente corretto, il buon ritmo e la discreta prova complessiva del cast stavolta meritano davvero la visione. E magari una salutare riflessione su ciò che ognuno può fare nel suo piccolo per salvaguardare l’ambiente, perché no?

Voto 7