Come di consueto con l’arrivo di maggio si scaldano i motori del Festival di Cannes e sotto l’egida del delegato generale Thierry Frémaux, alla diciannovesima edizione in questo ruolo dopo altri sette anni trascorsi come direttore artistico, costruisce un programma con nomi importanti e graditi ritorni.
La giuria internazionale del concorso sarà presieduta dall'attrice francese Juliette Binoche. Tra i titoli Fuori Concorso, spiccano Highest 2 Lowest di Spike Lee e Mission: Impossible – The Final Reckoning di Christopher McQuarrie, capitolo conclusivo della saga di Ethan Hunt con Tom Cruise.
Per quanto riguarda il Concorso Internazionale, cresce l’attesa per Alpha di Julia Ducournau, giàvincitrice della Palma d’Oro 2021, e per Romeria di Carla Simón, autrice del premiato Alcarràs. Da tenere d’occhio anche Sound of Falling di Mascha Schilinski, secondo film di una cineasta emergente che ha colpito profondamente il comitato di selezione. Molto attesi sono: La Trama Fenicia di Wes Anderson, Eddington di Ari Aster, Les Jeunes Mères dei fratelli Dardenne, Die, My Love di Lynne Ramsay con Jennifer Lawrence, Sentimental Value di Joachim Trier.
L’unico film italiano in gara è Fuori di Mario Martone, che racconta un frammento della vita di Goliarda Sapienza nel carcere di Rebibbia. Valeria Golino interpreta la scrittrice siciliana, in una storia di rinascita emotiva e letteraria.
In Un Certain Regard, spazio a nomi eccellenti e debutti intriganti, facendo incetta di una buona parte dei titoli più attesi di questa prima parte dell’anno. Spazio anche per l’Italia con le pellicole: Le città di pianura di Francesco Sossai e Testa o croce? di Alessio Rigo de Righi e Matteo Zoppis.
Com’è ovvio la parte del leone la interpreta la Francia, che sfodera alcuni dei suoi pezzi da novanta, mentre dagli Stati Uniti arriva un bizzarro miscuglio di nuovi autori (Ari Aster) e quella che potrebbe essere considerata una sorta di generazione intermedia, gli esordienti tra fine anni Settanta e primissimi Novanta quali Kelly Reichardt e Richard Linklater (con l’ambizioso Nouvelle Vague). Bisogna non dimenticare anche le sezioni della Semaine e della Quinzane, sempre interessanti nel dare luce e volti a futuri registi di grido. Una manifestazione come sempre abnorme, piena di bulimia cinefila che nel bene e nel male segna indelebilmente la stagione cinematografica in corso.
Voto
8 ½
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