La morte può attendere
Regia di Lee Tamahori
Cast: Pierce Brosnan, Halle Berry, Rick Yune, Judi Dench, John Cleese; azione; Gran Bret./Usa; 2002; C.; dur. 2h
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Casino Royale
007 Il domani non muore mai
Il mondo non basta
La morte può attendere
Pierce Brosnan
Il
suo nome è Bond, James Bond, e per lui
la morte è un discorso che può sempre attendere, non a caso l’agente britannico
continua ad essere protagonista di uno dei serials più longevi che mai
siano apparsi sul grande schermo. La morte può attendere è infatti
addirittura il ventesimo titolo
affidato al magnetico glamour dell’agente 007 con licenza di
uccidere al servizio di Sua Maestà, mito cinematografico per definizione ma
ancor prima personaggio letterario, creato da Ian Fleming cinquant’anni or
sono. L’ultimo Bond della
serie al solito non delude e presenta la ‘solite’ novità dell’ultima ora più
l’immancabile mosaico di graditi richiami alla stratificatissima storiografia
della spia più celebre a livello mondiale. In tendenza con il graduale aumento
del tasso di azione pura della serie in cabina di regia è arrivato il
neozelandese Lee Tamahori, già autore di Once were warriors e Nella morsa del ragno,
mentre nei panni del britannico agente (per la quarta volta consecutiva) si
conferma Pierce
Brosnan, probabilmente lo 007 più carismatico dai tempi
dell’indimenticabile Sean Connery. La novità principale del cast riguarda però
la co-protagonista, ovvero la splendida Halle Berry, premio Oscar per Monster’s ball,
nei panni dell’imprescindibile Bond-girl di supporto, l’enigmatica e
validissima Jinx,
cui (si vocifera) dovrebbe essere affidato il primo spin off della serie. La morte può attendere prende
avvio nel clima rovente della zona smilitarizzata del trentottesimo parallelo,
al confine tra la Corea del Sud e la Corea del Nord: la missione sotto
copertura di James Bond,
volta ad appurare se il colonnello nord-coreano Moon possieda armi di
distruzione di massa, è messa a repentaglio da ignoto traditore e l’agente
inglese dovrà prodursi in una fuga altamente spettacolare su hovercraft per non
rimetterci la pelle. La storia (e l’indagine) continua portando James Bond
in giro per il mondo, tra Hong Kong, l’Islanda, Cuba e Londra. L’apporto della
bella e misteriosa Jinx si rivelerà fondamentale per reperire l’autore del
fallimento coreano e salvare il mondo (of course) dall’immancabile
catastrofe progettata dal classico villain megalomane. Da segnalare
l’esordio della Berry,
che si immette nella storia uscendo dall’acqua con un bikini arancione: una
riuscita citazione dell’entrata in scena della prima storica Bond-girl, ovvero
Ursula Andress in 007 - Licenza di uccidere, anno di grazia
cinematografica 1962. Dalla trama s’intuisce che La morte può attendere non
è che l’ennesimo restyling
della quarantennale saga di James Bond, ritmato, spettacolare e patinato
come l’ambientazione spionistica da sempre esige. Rispetto agli ultimi titoli
della serie Bond recupera come auto di servizio la fidata Aston Martin–
recentemente sostituita da roboanti Bmw –, mentre purtroppo manca all’appello
l’attore Desmond Llwelly, il mitico Q, sostituito da John Cleese. Il Leitmotiv
del film, di marca hip hop, è affidato stavolta all’ugula di Madonna.
La
morte può attendere - Die another day, regia di Lee Tamahori, con Pierce Brosnan, Halle Berry, Rick Yune, Judi Dench, John Cleese; azione;
Gran Bret./Usa; 2002; C.; dur. 2h
Voto
7+
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