Fabio De Luigi
Il bar sotto il mare
Di Stefano Benni, regia Giorgio Gallione, scene e costumi Guido Fiorato, musiche Paolo Silvestri, luci Aldo Mantovani, la canzone "Anche donna per metà" è interpretata da Barbara Casini, i cori delle canzoni sono eseguiti da Elsa Bossi, Barbara Casini, Rosanna Naddeo, Paolo Silvestri
Al Teatro Puccini 3, 4, 5 febbraio 2006
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Il grottesco, il non sense, l’assurdo che ha reso celebre Stefano Benni ha trovato il suo giusto
contrappunto teatrale. Fabio De Luigi, da “Mai
dire goal” a “Love
Bugs”, ne ha fatta di strada e se sulle prime recita, bene, ma quasi
sciorinando la lezioncina, col passare e l’jncedere della storia, prende corpo
e anima e ci trascina in questo magico mondo (coincidenza questa piece arriva a
pochi giorni di distanza dall’“Alice”
di Lella Costa) dove tutto è capovolto. Racconti bislacchi tenuti insieme
da un sottile filo, da una ragnatela di varia umanità che ha perso i suoi
contorni e la sua fisionomia originaria per trasformarsi in un ibrido, come la
sirena che li ha catturati. Come se i desideri conducessero in fondo al mare e
mai nel profondo delle cose, come se il volere molte volte non sia altro che
possedere. Parodia del nostro tempo, stupidità dei bipedi pensanti. Cadono
dall’alto coriandoli blu scintillanti mentre Achille, il proprietario del bar,
parla di Fausto Coppi litigando con l’amico- nemico Ettore, poi c’è il ragazzo
del ciuffo del quartiere Manolenza dove sboccia l’amore tra “Pronto soccorso” e
“Beauty case” con il poliziotto Joe Blocchetto che non riesce a mettere i
bastoni tra le ruote. Qui la fisicità dell’ex Olmo sfiora il miglior Albanese. In
questo spettacolo promosso dal Teatro
dell’Archivolto non c’è compiacenza nella scrittura
di Benni, c’è tristezza, malinconia, voglia d’infanzia e di storie lette
sotto le coperte, c’è la voglia di fantasia. Si arriva alla sfida degli
insulti, passando per “Cenerutolo” con un sipario di bicchieri, arrivando a
“Capuccetto nero”, una bambina di Harlem con coltello a serramanico come
compagno di giochi che spaccia cocaina e la porta alla nonna Liz Taylor
sboccata con uno slang da “Guerrieri della notte”. Il bar sotto il mare non è
mai stato così invidiato: fuori ci sarebbe la coda, ma basta chiudere gli occhi
e respirare, anche se l’odore della salsedine è lontano.
Voto
7+
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