Paolo Peri
Storia e arte del ricamo, Il Punto di Casalguidi
Made in Pistoia, senza rivali
Settegiorni Editore, 35 euro,180 pagine
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La tradizione, le radici, la
cultura popolare a
Casalguidi, Casale per i suoi abitanti, è sintetizzata nella preziosissima ed antica arte del ricamo. Una tecnica che è divenuta sinonimo, in tutto il mondo, della
manualità e dell’inventiva professionale della provincia pistoiese. Adesso
un corposo e puntuale volume, “Storia e Arte del Ricamo. Il Punto di Casalguidi”, (180 pagine, Settegiorni
Editore, 35 euro) raccoglie sia una la parte storica,
sia quella più legata al territorio. Il manuale tecnico, tradotto anche in
inglese perché il tomo verrà esportato all’estero,
nelle ultime pagine, fortemente voluto dal Club
del Ricamo di Casale del presidente Bartolomeo Bardelli,
è sicuramente il fiore all’occhiello dell’intera opera. Un lavoro a firma del
più grande esponente europeo di storia del costume, il professor Paolo Peri,
massima autorità nel settore del tessuto e, ovviamente, del ricamo: “Un ago in
mano fa apprezzare di più la manualità – spiega provocante l’autore – meglio
ricamare che stare sulle punte”. Gli accurati testi sono corredati dalle
fotografie di Carlo Chiavacci, Francesca Pagliai e Theodoros
Selianitis. “Il ricamo esprime la coesione delle
persone con il loro territorio – interviene la giovane assessora
alla cultura di Serravalle, Simona Querci – un lavoro che viene
apprezzato in tutto il mondo, un vero gioiello del quale andare fieri per
raffinatezza, ricercatezza, competenza e passione”. Forse il ricamo è rimasto
uno dei pochi settori dove il famoso “made in Italy” e made in
Tuscany ancora non ha rivali: “Le maestranze cinesi, bulgare, rumene sanno
far tutto – commenta Cristina Giorgetti docente all’Accademia di Belle Arti di Firenze –
tranne che il ricamo. Bisogna crescerci ricamando, allenarsi
fin da piccoli, non si può improvvisare. La nostra
scuola arriva diretta dal Medioevo, passando per il Rinascimento fino
all’Ottocento”. Ma il ricamo è visto come tatuaggio,
come linguaggio, parola e segni da tramandare nei secoli. “E’ il nostro dna –
prosegue la Giorgetti – che ha insiti segni e rimandi e citazioni. Ad esempio quando si ricama un
grappolo d’uva si dice fertilità. E’ senza dubbio
frutto delle mani ma anche di un’estrema intelligenza, un’arte iniziatica, per pochi ma che si rivolge a molti”. Nei
ricami si ritrovano storie e descrizioni, veri e propri racconti che aiutavano
la narrazione orale paesana, come geroglifici, disegni e iscrizioni: “Il ricamo
è come un grande libro ed i ragazzi toccando e
sentendo i ricami imparerebbero meglio la storia d’Italia”.
Voto
7
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