Di sicuro Alberto
Farassino è stato una delle figure più appassionanti della critica
italiana, capace di portare avanti un discorso guida sul cinema della modernità
con saggi su Bunuel,
Gitai, Ruiz, Doillon, ma anche rivolte al cinema del passato, dal cinema
muto agli anni sessanta, sempre con una voglia di scoperta affrancata ad
un'analisi mai perniciosa, ma distinta nel ricercare i motivi salienti di come
s'inventa il cinema. La sua passione di Godard la portato dinanzi a questo
monolitico lavoro di rielaborazione del pensiero immagine-filosofia di uno dei
registi più inafferrabili del novecento, con una filmografia sterminata e piena
di stimoli visivi. Un lavoro importante quello di Farassino che ci restituisce
in questo bellissimo volume la statura di un regista che ha fatto delle sperimentazione
un linguaggio a sé, pieno del flusso dei pensieri in una chiave interpretativa
intrinseca di significati, sempre viscerale nella sua esposizione ma capace di
dare vita a operazione filmiche imperdibili come Histoire(s) du
cinéma (1988-1998), dove la storia è fatta con le immagini, che lasciano un
solco per il futuro. Questo volume aggiornato, parte dalla sua carriera come
critico nei Cahiers
du cinema, per poi spostare il suo obiettivo sul (dis)fare cinema, con la voglia di riprendere il reale
e ripiegarlo attraverso le passione per i registi del passato, da lui amati,
per costruire un nuovo percorso di ricerca che lo porterà verso la meta di un
cine-mondo fluttuante che è ponte tra il passato e il presente, basti pensare a
Forever Mozart e Eloge de l'amour. Un lavoro critico limpido quello di
Farassino, che in una misurata analisi percorre attraverso le affermazioni del regista a inizio libro fino
a partire della sua biografia per lanciarsi in questo magma di cinema che costituisce la cifra di un talento
debordante come Jean-luc Godard. Questo Castoro è uno degli ultimi lavori che
testimoniano la bravura di Alberto Farassino, recentemente scomparso, lasciando
un vuoto incolmabile nella critica cinematografia italiana, visto i suoi
apporti professionali attraverso saggi e come organizzatore di festival ( vedi
Mysfest ). Comunque, non bisogna lasciarsi scappare questo castoro, per
imparare a conoscere uno dei registi più importanti della settima arte come Jean-Luc
Godard.
Voto
8
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