Dal 2003, cioè da quando è uscito Gangs of New York, pensiamo di conoscere tutto di Scorsese; secondo me siamo
ben lontani dalle sue precedenti opere, sia come realizzazione del pensiero di un regista che vede come New York, l'epicentro del suo cinema iperrealista e
connotato sulle gerarchie di potere della mafia. Bisogna tornare indietro di qualche anno, e rispolverare quel capolavoro di film che è Casinò, da troppo
tempo ormai considerato un esercizio di stile o un opera di circostanziale bellezza. Si tratta di un lungometraggio in cui gli argomenti
prediletti, le forme espressive tipiche del suo cinema trovano una dimensione visiva debordante.
Bisogna considerare Casinò una pellicola cardine nel percorso
di Scorsese, che porta con sé le caratteristiche principali di una visione umana
intrappolata nelle maglie di un potere sfaccettato ed incline al male. In
questo monumentale film il regista di Taxi Driver, da vita ad un meccanismo
scenico capace di meravigliare il pubblico, grazie alle doti manipolatrici del
Nostro nel coniugare una commistione di generi che vanno dal melodramma al
gangster movie per passare in fine attraverso una pratica documentaristica
della visione. Il pregevole lavoro di Valerio Costanzia è stato dedicato allanalisi dei
personaggi principali, delle loro psicologie, portando alla luce il quadro
polifonico di quest'opera che si basa sul linguaggio della voce off come escamotage per mettere in
risalto i pensieri e le azioni dei protagonisti. A questo particolare risulta
interessante il capitolo " Denaro e passioni" che mette al centro
lavidità e la bramosia, vere e costanti ossessioni che occupano la vita di Ace
Rothstein (Robert De Niro), sua moglie Ginger (Sharon Stone) e del mafioso
Nicky (Joe Pesci), come elemento di propulsione autodistruttiva dei rapporti in
campo. Successivamente, Costanzia pone uno studio attendo alle capacità
espressive dell'opera, che come ben sappiamo dimostrano come Scorsese sia
ancora oggi uno dei registi più innovativi ed importanti nel panorama internazionale.
La cosa più interessante e scoprire come l'insieme dalla musica, all'utilizzo
delle panoramiche e degli stacchi veloci, alla voce off,
costituiscono un puzzle quasi dantesco dell'umanità, che mettono di fronte a
noi Scorsese come cantore dei mali di questo mondo.
Voto
7
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