Davide Cazzaro e Giovanni Spagnoletti
Il cinema sudcoreano contemporaneo e L’opera di Jang Sun-woo
Dentro una cinematografia in espansione
Saggio Marsilio, Nuovo cinema di Pesaro, pp.267, € 20,00
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Questo volume edito per La Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di
Pesaro, che torna a occuparsi della Corea del Sud dopo il volume redatto da
Adriano Aprà in occasione della pionieristica retrospettiva del 1992. Da
quell’anno ad oggi le mutazioni storiche, politiche e sociali sono state
repentine a tal punto da portare notevoli cambiamenti nella produzione
cinematografica locale, grazie anche all’insediamento del primo governo civile
nel 1993 dopo decenni bui al soldo di regimi e dittature militari. Una fonte
rigeneratrice proveniente da nuovi talenti che si propongono sulla piazza,
l’afflusso di ingenti somme da parte delle grandi multinazionali del paese,
insieme al crescente interesse per i genere, dal thriller al horror, hanno
portato la Corea
del Sud al vertice della cinematografia mondiale. Merito anche di un
profondo interesse del pubblico, che premia sovente le pellicole di casa,
attraverso un fluente bacino di spettatori, e al successo nei principali
festival internazionali che consacrano nomi nuovi e vecchi maestri. Dopo il
crollo degli anni settanta e ottanta, l’industria cinematografica era
considerata una delle meno innovative in Asia, ora è un modello da seguire se
non da studiare per comprendere le dinamiche degli investimenti produttivi.
Nonostante l’avanzare dei Festival e di numerosi omaggi, mancava all’appello un
saggio aggiornato per scandagliare a fondo, con l’aiuto di critici sudcoreani,
i molteplici aspetti della cinematografia odierna nel sul orientamento stilistico
senza trascurare le figure emergenti dell’attuale panorama. Da questo sono
puntigliosi i saggi di Vincenzo D’Urso e Davide Cazzaro nel mettere in evidenza
da una parte la Corea del Sud nel nuovo millennio e dall’altra la
crescita dell’industria cinematografica. Interessante il capitolo dedicato alla
famosa rivista di cinema sudcoreana la Cine21,
dove il capo redattore Nam
Dong-chul racconta la genesi
della affermazione editoriale,
occupandosi anche delle altre diverse proposte di critica cinematografica.
Curioso “La fortuna del cinema coreano in Italia” di Gianluca Gibilaro che ci
porta a conoscenza di come questa cinematografia ha attecchito nelle nostre
sale, facendo di alcuni autori, come Kim Ki-duk, degli autori cult con un
discreto seguito cinefilo. Altro aspetto enormemente interessante è anche il
primo approccio all’opera di uno degli autori di eccellenza della new wave del
1988-1995, Jang
Sun-woo . Un regista controverso, che fa del suo cinema un elemento di
forza, capace di scardinare la coltre morale di un paese che fatica ad affacciarsi al mondo, con una tendenza
espressiva che muta a secondo dei soggetti scelti, per mettere in risalto i
profondi cambiamenti del suo paese. Un ottimo lavoro critico che analizza
metodicamente i diversi aspetti del suo stile, con una bella intervista di Davide Cazzaro, conclusiva di una filmografia commenta
essenziale. Strumento indispensabile, invece è il piccolo dizionario dei
principali registi coreani contemporanei, per farci familiarizzare con i nuovi
talenti di questa cinematografia, che in futuro saprà regalarci altre sorprese.
Un saggio davvero indispensabile e stimolante nei suo percorsi critici e
storiografici, che a oggi si può considerare un libro raro da possedere
assolutamente per chi vuole avvicinarsi a questa effervescente cinematografia.
Voto
8
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