L'importanza di questo libro, risiede nella volontà dei parenti ed amici che sono riusciti a portare alla luce le memorie e i pensieri critici di Renato, morto prematuramente il 19 luglio 2001 a soli trentuno anni. Qualcuno si chiederà chi è costui, ma questo non è importante, quello che è bisogna sottolineare e la passione di questo giovane giornalista torinese verso il mondo del cinema, i film e gli autori. Collaboratore del Manifesto per il settimanale Alias, è stato un addetto del Torino Film Festival per l'ufficio stampa, diventando in poco tempo giornalista e critico iscritto al sindacato di categoria. In questo prezioso volume sono le tracce di una memoria appassionata e lucida, che punta l'attenzione verso il cinema solitario dei festival, con pellicole che non trovano posto nelle nostre sale, rivolgendo uno sguardo particolare verso il cinema horror che trova voce nella bella intervista a Dario Argento, la vera forza ispiratrice. I reportage dal festival di Torino, Cannes trovano posto in queste pagine, come il cinema di Ringo Lam o di Blake Edwards, che ci fa capire come i generi e le diverse forme cinematografiche posso coesistere in un universo magmatico ed unico com'è il cinema. Un cinema che non è solo visione, ma anche studio, visto che questo volume raccoglie la ricerca universitaria sulla censura letteraria e cinematografica negli Usa, e la tesi suggestiva sul paesaggio sonoro nel cinema di Sergio Leone. Nelle ultime pagine, c'è la sceneggiatura di un corto Anime Ferite, ultimo lavoro di Renato, che non era solo un appassionato, ma si divertiva ad esplorare le possibilità del racconto cinematografico, senza limiti imposti, per confrontarsi ed entrare in contatto con il piacere della sfida. Un libro unico, che ci trasferisce l'amore profondo di un uomo per quella cosa misteriosa chiamata cinema. Chi vuole il libro lo può richiedere alla mail: zerbion2721@tiscali.it , oppure può chiedere informazioni al quotidiano Il Manifesto.
Voto
7
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