Alla televisione si vede tutto, diceva mia nonna. Che non era Beniamino
Placido, ma usava del buon senso. Così, niente Teatro Ariston, niente kermesse, niente
sale stampe, solo la comodità del diciotto pollici nella stanzetta. Se lo merita
questo
Festival di mezz'età
;, nei ritmi della prima serata. Conduzione a basso regime, quella di
un Fazio damascato sotto gli affreschi e lo scalone, che ha tenuto a smussare ogni spigolo
nell'ansia di un buonismo universalistico. Ines Mentadent Sastre ride (alla
Sorbona devono aver commesso una svista) ma sfigura al confronto con
la scioccona Casta
dello scorso anno. Se non altro, è ben vestita, merce rara sul palco della prima serata.
Lucianone sonnecchia, forse pensando alla Nicolettona, e sembra sempre sul punto di girare
uno spot di tortellini; Teocoli invece pare Edgar degli Aristogatti, o uno che ha
preso lo smoking a noleggio. Il vero peggio lo hanno dato i guardaroba dei cantanti:
dov'è finita l'inventiva pruriginosa di Anna Oxa? Spiccano per belluria il
completino-palletta di Natale di Mariella Nava (una che nemmeno per sbaglio si vestirebbe
bene), la giacca rosa porcellino di Tozzi, la mise probabilmente punk (con guanto da
falconiere) di Irene Grandi
e il pantalone guasto alla lavatrice della miracolata
Trovato. Carmen Consoli, dopo un'attenta lettura di Quattroruote, ha optato per
un'acconciatura "paracarro", con la calotta cranica rossa.
Gran successo per l'esistenzialismo in nero, tra gli uomini. Al movimento hanno aderito Morandi, Bersani,
Minghi e Masini (con barba alla Bergman). Premio simpatia alla giacca Sgt.Pepper
di Max Gazzè. lui sì che ne sa qualcosa. L'abito-copridivano non manca mai, a Sanremo.
Questa volta l'hanno venduto a Mietta. Impossibile discernere se fosse peggiore l'effetto
del vestito, o della canzone. Già, ci è sembrato di sentire delle canzoni. Predomina la
linea world music-elettronica-William Orbit, con tanti suoni sintetici e ritmi sincopati.
Va poi a finire che la giuria demoscopica, forse abbandonatasi sui tasti per il voto,
preferisca un latineggiante-partenopeo, come nel pezzo di Gerardina Trovato Gechi e
vampiri, o un rockeggiante chitarristico, La tua ragazza sempre di Irene
Grandi alla quale Vasco Rossi e Gaetano Curreri si sono dimenticati di aggiungere il
testo. Samuele Bersani si conferma invece le sue grandi capacità di scrittura, già
evidenziate nel bellissimo Giudizi universali. Replay non avrà fortuna,
nei vari poll, ma rimane la cosa più bella sentita nel primo confronto. Il pezzo
di Morandi, tipicamente sanremese e neppure troppo ramazzottiano, guadagnerà nell'arco
delle tre esecuzione mentre è effettivamente interessante l'esibizione dei Matia Bazar,
provvisoriamente votata al terzo posto, gruppo ridotto da abbandoni e lutti ad un
formazione diversissima dal passato. Alice si è impelagata in una canzonaccia, e con
tutto il trucco che ha indosso è difficile che riesca a muovere la mascella
adeguatamente. Dispiace che nelkla stessa situazione sia finito lo stimato Gigi D'Alessio,
che vale molto di più del brano che ha nella borsa. Due petizioni, per finire,
sinceramente sentite. Un referendum per abolire gli Avion Travel, che con l'aria dei primi
della classe rifanno tutte le volte lo stesso pezzo, e un altro per laringectomizzare
Jovanotti, prima che continui ad appiopparci qualsiasi cosa gli passi per la testa: non
gli basta cantare ?
Voto
6
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