Up
Reveal
I R.E.M. ci avevano lasciato nel 1998 con Up,
il primo disco inciso dopo l’abbandono del batterista Bill Berry, forzatamente
interlocutorio. Michael Stipe, Peter Buck e Mike Mills sono tornati con Reveal,
l’album del risveglio metaforico e musicale, solare ed arioso a partire dalla
copertina, forte del marchio sonoro del premiato trio di Athens (ormai sulla piazza dal
1980) ma allo stesso tempo propositivo, nuovo, almeno sul fronte delle
variazioni sul tema – i
R.E.M. nell’ultimo ventennio d’altra parte si sono dimostrati uno un gruppo
estremamente coerente nella loro spinta alla sperimentazione –. Reveal non
aggiunge granché al repertorio di Stipe e soci ma è
senza dubbio il disco più omogeneo ed ispirato dai tempi di Out of time,
che forse resterà negli annali come il capolavoro indiscusso della band.
Rispetto al loro passato più recente, i R.E.M.
mostrano di gradire meno gli orpelli elettronici e di prediligere nuovamente la
struttura della pop ballad, che finisce per costituire la maggior parte
delle dodici tracce complessive. Stipe
appare in gran vena, come quasi sempre peraltro, sia in fase di scrittura che
d’interpretazione vocale, stavolta in pratica tutta poggiata sulle sue spalle,
dato che a Mills sono affidati i controcanti della sola All the way to Reno
(you’re gonna be a star). Reveal
prende avvio in prospettiva intimistica con l’ariosa atmosfera che
contraddistingue l’apripista The lifting, ideale viatico per la
rarefazione elettronica della successiva I’ve been high e per la terza
traccia, la sopracitata All the way to Reno, una malinconica ballata di
fuga, lirica, sognante e fuori dal tempo. She just wants to be costituisce
insieme alla seguente Disappear un dittico di sapore più squisitamente
acustico, ai confini del folk. Dopo Saturn return, una piccola
gemma essenziale e minimalistica, Reveal torna gradualmente
solare e rilassato: dopo la perfezione formale di Beat a drum, il ritmo
sale con il pop-rock fresco ed arioso di Imitation of life (un
brano quasi prototipico nell’ambito del repertorio dei R.E.M.) per poi calare nuovamente con
nella dilatatissima Summer turns to high, nella splendida Chorus and
the ring – un gioiello capace di offrire grandi emozioni acustiche
–, in I’ll take the rain ed in Beachball, le due ballate
conclusive (la seconda all’aroma di Bacharach). Un gran bel disco, niente da
eccepire: queste dodici canzoni poco aggiungono di nuovo alla musica dei R.E.M., ma risultano veramente troppo
cariche d’ispirazione e compostezza per definirle semplici exercices du
style...
R.E.M., Reveal [Warner Bros 2001]
Voto
8-
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