ZOOM Festival 2007
ZOOM Festival 2006
Cosmesi, La primadonna: chi semina vento raccoglie tempesta, 2007
Teatro dell’Esausto, Foie-Gras, 2007
Compagnia gogmagog, Have I none, 2007
Progettualità e vivace interdisciplinarietà sono alla base del progetto Cosmesi. Un gruppo artisti
visivi che dal 2001 propone qualcosa di nuovo e sicuramente interessante nel
nuovo panorama teatrale italiano e a quello che ci sta intorno. Performance, installazioni
autonome di impatto e soprattutto di grande gusto che il duo creativo composto
da Eva Geatti e Nicola
Toffolini creano sia nei
teatri, che in altri spazi. Un artista visivo e inventore di organismi artificiali e una
fresca performer alla ricerca di spazi
non teatrali in evoluzione animati da architetture da costruire e agire, che
definiscono e propongono in scena come autosufficienti.
Gli udinesi
Cosmesi, che nel 2005 hanno vinto il Premio Iceberg con
un atto senza troppe parole, hanno una buona frequentazione con a Toscana. Nel 2006 proposero
allo Zoom Festival il delizioso vuoto assoluto di Mi spengo in assenza di mezzi
(dedicato alle difficoltà con cui si trovano a fare i conti gli artisti che
cercano strade inedite), nel Cantiere Ex
Macelli di Prato per Alveare
Off di Contemporanea 2007, l’azzeccato Cumulonembi alla mia porta in cui una donna sogna di morire in maniera epica e invece alla fine si suicida (con stile) in un modo banale, soffocata dalle esalazioni dello scappamento della sua Audi, mentre allo Zoom Festival 2007, con La
primadonna: chi semina vento raccoglie tempesta, si riflette in un
blitz di 9 minuti sul tema della creazione. Un paradosso in forma di haiku
teatrale in cui l’ex icona glamour dei Motus si muove (poco) al vento, sotto
una banderuola e un manicotto di stoffa. Eva, un po’ statua della libertà, un
po’ gallina dalle uova d’oro, fra sorrisi, rumori industriali ed echi agresti, si
agita dolcemente, ammicca la platea su una sorta di scultura – pedana - giocattolo di luce, mentre un paracadute – pallone d’aria bianco e rosso la fascia e ne
dilata la figura, come in un volo statico alla ricerca del sogno, di una
rappresentazione di un immaginifico ciclo nascita-morte, che si conclude con un
lancio - ostentazione di un uovo.
Anche in questo caso la chiara provenienza dalle arti
visive del gruppo è un pregio evidente. Le performance, le installazioni le
sanno fare davvero, sono il loro mondo ideale. E la loro drammaturgia
istantanea per immagini, ha il pregio di unire poesia ad azione, ironia ad
astrattismo, accendendo (e polarizzando) gli occhi dello spettatore su una
scena capace di comunicare da sola, che diventa il vero centro dello spettacolo.
Voto
8