La Mostra di Venezia
quest’anno ritrova un nuovo slancio. Prima di tutto viene chiuso
definitivamente il cantiere di fronte al Casinò e lo spazio verrà utilizzato per allestire un ulteriore sala con la ridefinizione dello spazio
verde. Ma la cosa più importante la definizione di un cartellone di tutto rispetto, che saprà
accontentare sia gli addetti ai lavori che gli appassionati. La kermesse veneziana renderà omaggio a due grandi registi scomparsi: Abbas Kiarostami e Michael Cimino, interpreti
di un cinema che oggi si fatica a fare e a trasmettere allo spettatore.
Baratta, Presidente della Biennale, rivendica con orgoglio la tradizione e lo
stille della Mostra che nel corso degli anni è rimasta sempre fedele ai
suoi principi, diventando anzi un punto di riferimento per i registi e per il
mercato internazionale. “Conservatorismo non significa però immobilismo – ha aggiunto il presidente –, anzi, Venezia è sempre stata attenta a percepire i cambiamenti culturali e si è fatta parte attiva nel dare loro visibilità e voce”. Oltre alla novità dell’apertura della sala nuova, c’è la
presenza di una sezione nuova, Cinema nel Giardino, e il rafforzamento
dell’impegno per Biennale College e l’avvio di Venice Production Bridge, strumento per portare al pieno finanziamento di opere
compiutamente progettate. Il direttore artistico Alberto Barbera, spiega le
valutazione della commissione selezionatrice: “ha tenuto conto della
nuova tendenza del cinema, ovvero il raccontare la realtà e la
società contemporanee scrivendo storie magari distopiche, apocalittiche
o fantasiose ma che tratteggiano comunque con bravura ed efficacia i mali e le
contraddizioni di questo nostro mondo”.
Leone d’oro alla carriera per due,
l’attore francese Jean-Paul Belmondo e il regista polacco Jerzy Skolimowski. L’Italia sarà presente in concorso con ben tre film: Piuma di Roan Johnson, Questi giorni di Giuseppe Piccioni e il documentario Spira mirabilis di Massimo Adinolfi e Martina Parenti. I loro sfidanti saranno: Wim Wenders, con il documentario d’ispirazione teatrale
Les beaux d’Aranjue e
Terence Malick, con Vogage of time. Francois Ozon presenta Frantz; il croato Emir Kusturica, dopo quattro anni di lunga e faticosa
lavorazione, On the milky road con protagonista
Monica Bellucci. Da non lasciarsi sfuggire il nuovo lavoro di Larrain, Jackie, o la nuova pellicola di Lav Diaz. La sezione Cinema nel Giardino doveva essere in origine aperta esclusivamente a registi italiani, ma data la scarsa partecipazione e la qualità non eccelsa dei film presentati è
stata aperta anche a nomi stranieri. Tra gli altri ricordiamo Gabriele Muccino
con L’estate addosso, il coreano Kim Ki duk con Geumule l’americano James Franco, regista e attore in
In dubious battle. Tanti e prestigiosi anche gli eventi fuori concorso. In anteprima saranno proiettati i primi due episodi della serie
diretta da Paolo Sorrentino, con Jude Law, The young
Pope, che vedremo su Sky Atlantic in autunno. A chiudere la kermesse The magnificient seven di Antoine Fuqua con Denzel Washington. Spazio anche ai nuovi lavori di Mel Gibson e Kim Rossi Stuart – Hacksaw Ridgde con Andrew Garfield e Tommaso con Kim Rossi Stuart, Cristiana Capotondi e Jasmine Trinca. Notevole la selezione di Venezia Classic, e come sempre molto
allettanti Orizzonti e le Giornate degli Autori. Sam Mendes, regista di quel American Beauty che nel
2000 vinse cinque Oscar, è presidente della Giuria internazionale
Venezia 73. La settimana della critica è come sempre una sezione giovanecon probabili sorprese. Una Mostra viva, che recupera in parte alcune spazi e trova dalla sua un programma ben strutturato che sicuramente rilancerà
alla grande questa 73° edizione.
Voto
9
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