Ray
Regia di Taylor Hackford
Cast: Jamie Foxx, Harry Lennix, Clifton Powell, Kerry Washington, Regina King, Sharon Warren; biografico/musicale/drammatico; Usa; 2004; C.
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Rapimento e riscatto
Ray
Ray
Charles, un mito del Rhythm’n’Blues, un rivoluzionario del pianoforte,
capace di amalgare in un incomparabile sound vari generi ritenuti fino
ad allora incompatibili (jazz, soul, blues, gospel e
country), l’incomparabile virtuosista capace di illuminare qualsivoglia
motivo riarrangiandolo come suo, cesellando la musica col suo inimitabile
stile, l’unico col quale era possibile navigare un fiume agitato da simili
correnti musicali. Con Ray non
siamo davanti ad un ritratto agiografico di Ray Charles, tutt’altro: si parte
da un’infanzia maledetta dalla tragedia di un fratello annegato (un dramma di
cui l’artista si sentì sempre responsabile) e quindi da un glaucoma che gli
portò via la vista a soli sette anni. E le difficoltà non sono finite: la
scuola per non vedenti a centinaia di chilometri da casa, la morte prematura
dell’energica madre, il grande salto nel buio per cercare fortuna a Seattle a
bordo di un Greyhound. A diciannove anni il giovane musicista di colore entra
nel tunnel dell’eroina, da cui uscirà vent’anni dopo, ma inizia anche la sua
inarrestabile corsa al successo: all’inizio dei favolosi anni Cinquanta firma
per l’etichetta Atlantic e parte in tour con Ruth Brown, quindi incide
la travolgente Mess around, poi nel 1955 diventa il Ray Charles che conosciamo con la
rivoluzionaria I’ve got a woman, che mescola la musica di Dio con quella
del diavolo. E intanto, mentre cresce il successo dell’artista, l’uomo va
perdendosi: la dipendenza dall’eroina e la sua schiera di amanti fanno
vacillare il matrimonio con l’amata Della. In Ray Taylor Hackford con
umiltà e misura si limita a raccontare su celluloide la vita di un artista
unico, ed uno straordinario Jamie Foxx (che si è aggiudicato una doppia nomination
per Ray e Collateral) ha
offerto corpo ed anima al mito di Ray Charles, impersonato non solo grazie ad
una sorprendente somiglianza col compianto Genius, ma con una sublime capacità
mimetica di performer che gli ha consentito di catturarne i gesti, i
tic, la presenza scenica, perché come l’immagine di Ray Charles è un tutt’uno
con la sua musica, allo stesso modo l’esperienza biografica raccontata in Ray
si fonde di volta in volta con i classici che resero Ray Charles una
leggenda. E nella mente degli spettatori, dopo due ore e mezzo di peripezie e
ritmate esibizioni, è quella leggenda che resta impressa, persa dietro alla
musica e dondolante davanti ad un pianoforte.
Ray, regia di Taylor Hackford, con Jamie Foxx, Harry Lennix, Clifton Powell, Kerry Washington, Regina King, Sharon Warren; biografico/musicale/drammatico; Usa; 2004; C.; dur. 2h e 32'
Voto
7/8
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