Amatemi
La prima linea
Non è mai semplice parlare
degli anni di piombo
in un film: con La prima linea Renato De Maria ha provato a farlo partendo
da Miccia corta, un libro
autobiografico che narra l’esperienza di un terrorista pentito, Sergio Segio. La storia di per sé è concentrata in un sol giorno,
domenica 3 gennaio 1982, e racconta l’audace tentativo del protagonista di
assaltare il carcere di Rovigo con un commando di
vecchi compagni di lotta armata per far evadere quattro detenute, compresa Susanna,
la donna che ama e che con lui ha condiviso il sogno di cambiare il sistema, a
qualunque costo. Messa così, potrebbe sembrare una banale storia di fuga carceraria, in realtà tutto il film è intarsiato di flashback del passato di Sergio, dagli
esordi nei movimenti
di protesta all’entrata in clandestinità nelle file dell’organizzazione
denominata Prima Linea, dalle prime azioni terroristiche fino alla scelta di
eliminare fisicamente gli esponenti dello Stato, una via senza ritorno che lo
condurrà alla tormentata decisione di uscire dal gruppo terroristico, non
riconoscendosi più nei suoi metodi di lotta radicale. Il personaggio di Sergio
esemplifica il passaggio, per così dire, al lato oscuro della forza da parte di
un pugno di giovani che volevano essere i partigiani
del sogno di un
mondo diverso, ma che alla fine si sono persi nel momento in cui sono stati
disposti a sparare su altri esseri umani per arrivare alla meta. In mezzo a
questa drammatica parabola esistenziale La
prima linea racconta anche la storia di un amore impossibile e senza futuro
tra Sergio e Susanna, costretti a vivere delle pseudo-esistenze
all’interno di un’infinita serie di appartamenti
anonimi, sotto la copertura di identità false e circondati da vicini che non
comprendono la loro lotta e vivono vite reali a loro precluse. È un film dalla
fine nota, dato che ce lo racconta à rebours (e
ad andamento lento) lo stesso Sergio Segio, in
seguito catturato dagli inquirenti, con un’assunzione totale di responsabilità
per i crimini commessi nel suo periodo di lotta armata. Sceneggiato
tra gli altri da Sandro Petraglia, il film di De Maria è la toccante testimonianza della corruzione di un
sogno, della scelta di metodi di lotta così estremi da
risultare completamente incomprensibili, alieni rispetto al resto della
società. Nel cast brillano Riccardo Scamarcio e Giovanna Mezzogiorno,
entrambi efficaci (ma non molto ispirati) nel tratteggiare due protagonisti intensi e tormentati. Da
vedere.
La prima linea, regia di Renato De Maria, con Riccardo Scamarcio, Giovanna Mezzogiorno, Fabrizio Rongione, Duccio Camerini, Lino Guanciale, Dario Aita, Lucia Mascino; drammatico; Italia; 2009; C.; dur. 1h e 36’
Voto
7
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