L'inverno
Regia di Nina di Majo
Cast: Valeria Bruni Tedeschi, Valeria Golino, Fabrizio Gifuni, Yorgo Vayagis; drammatico; Italia; 2001; C.
Un'atmosfera onirica, quasi allucinata dove prevalgono i colori scuri
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Inverno
Matrimoni e altri disastri
Due coppie, Leo e Marta ( Fabrizio Gifuni e Valeria Bruni Tedeschi) Gustavo ed Anna (Yorgo Voyagis e Valeria Golino) immersi nella stagione più glaciale dei sentimenti: l'inverno, appunto. Relazioni le loro disintegrate dai troppi desideri repressi, dalle grida taciute, da risate concesse solo nell'oscurità, da parole non dette: l'incomunicablità. La macchina da presa della giovane Nina di Majo è precisa nel collocare i suoi personaggi in un'atmosfera onirica, quasi allucinata dove prevalgono i colori scuri, soprattutto il blu e il nero, e dove le sfumature annullano i contorni. Gli interni nonostante la loro ampiezza suggeriscono sempre un forte senso claustrofobico accresciuto dai molti sospiri impressi dal suono sulla recitazione in presa diretta. Della città resta solo lo scheletro di una metropoli indefinita, anonima, priva di un'identità al pari dei protagonisti del film, che si trovano sospesi in un limbo. E' proprio nella recitazione così intensa di Fabrizio Gifuni, Valeria Bruni Tedeschi e Valeria Golino che "L'inverno" trova momenti di grande respiro cinematografico puntualmente "raffredati" dalla regia. La loro formazione d'attori, che sia il teatro o il cinema d'autore, fa si che i personaggi dicano più si quanto faccia la sceneggiatura. In effetti il limite della seconda opera della napoletana di Majo sta proprio nella sua struttura narrativa che non riesce ad essere incisiva e compiuta; si ha l'impressione di trovarsi dinanzi ad un saggio molto elaborato in cui spicca la magnifica fotografia di Cesare Accetta, le musiche "underground" giocate con molti rumori che si fondono al rumore dello scorrere dell'acqua nell'appartamento della coppia Leo-Marta e l'eccellente montaggio di Giogiò Franchini. Se "Autunno", presentato dalla cineasta "allieva" di Martone, alla Mostra del Cinema di Venezia nel '99, faceva pensare molto al cinema di Moretti e Woody Allen, "L'inverno" ha come preciso referente Ingmar Bergman e soprattutto Michelangelo Antonioni, non a caso, la coppia che riesce a sopravvivere è quello di Gustavo ed Anna contraddistinta cioè da una figura femminile nevrotica; la nevrosi come unica alternativa all'impossibilità dei sentimenti, è, infatti, uno "sguardo" sulla vita, gettato dall'occhio sensibile e acuto di Antonioni già in "Deserto Rosso" del 1964. Aspettiamo, quindi, che la di Majo possa dare, i buoni propositi ci sono tutti, nuova linfa vitale al nostro cinema imprimendo più personalità, coraggio e voglia di rischiare. L'inverno, regia di Nina di Majo, con Valeria Bruni Tedeschi, Valeria Golino, Fabrizio Gifuni, Yorgo Vayagis; drammatico; Italia; 2001; C.
Voto
7
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