Orgoglio e pregiudizio
Il solista
Da sempre i giornali
hanno bisogno di storie vere per vendere più copie, ma qualche volta succede
che queste storie dopo pubblicate continuino a vivere di vita propria
diventando fonte d’ispirazione per i lettori e contribuendo a cambiare le cose.
Ne è la dimostrazione Il solista
di Joe Wright, un film che racconta una storia
vera da cui Steve Lopez, giornalista del “Los Angeles Times” ha tratto un libro
di successo. La storia ha proprio lui come protagonista, e prende avvio
mostrandoci un incidente che lo lascia un po’ scosso e dolorante: mentre si
aggira in una piazza dominata da una statua di Ludwig Van Beethoven, Lopez
incontra casualmente un senzatetto con evidenti problemi psicologici che suona
il suo violino all’aperto e si presenta come Nathaniel Ayers Jr., già studente
della prestigiosa Julliard School di New York. Steve
Lopez intravede in questo incontro fortuito una bella storia per la sua
popolare rubrica e comincia ad indagare cercando di ricostruire le tessere del
puzzle esistenziale che ha condotto un musicista di cristallino talento a
smarrirsi negli anfratti suburbani di Los Angeles, a spingere un carrello di
supermercato carico di cianfrusaglie dormendo all’aperto invece di deliziare le
platee di tutto il mondo nei teatri più prestigiosi. Il giornalista trova
conferma che il nuovo amico in effetti ha lasciato la Julliard senza
diplomarsi, ne rintraccia la sorella e scopre che il suo primo strumento era il
violoncello, poi pubblica il suo pezzo e commuove molti lettori, compresa
un’anziana violoncellista che gli invia lo strumento che la sua artrite non le
consente più di suonare perché possa farlo il buon
Nathaniel. Nell’amico senzatetto Steve Lopez, che è separato e non ha un
buon rapporto con il figlio, intravede la possibilità di fare qualcosa di
buono, e di cambiare le cose, perché lo stesso sindaco di L.A. è rimasto
colpito dalla storia di Nathaniel ed ha deciso di aumentare gli stanziamenti
cittadini a sostegno dei migliaia di homeless locali. Il tentativo del
protagonista di rimettere il musicista smarrito sul giusto binario rischierà
però d’infrangersi per eccesso, riuscendo comunque a rientrare nell’alveo di
una bella amicizia. E sullo sfondo di siffatte trame esistenziali aleggia la
musica immortale di Beethoven, l’antidoto naturale più efficace per placare le
voci che si agitano nella testa di Nathaniel e continuano a confonderlo
riportandolo alla vita en plein air.
Una gran bella storia dai risvolti edificanti ma insieme leggera e priva di
orpelli retorici di sorta: dirige in modo essenziale ed efficace il britannico
Joe Wright, già apprezzato regista di Orgoglio e pregiudizio
e Espiazione . Da segnalare anche l’ottimo cast, con un Robert Downey Jr.
misurato e inquieto al contempo, ed un Jamie Foxx
strepitoso, completamente perso ma più vero del vero. Da vedere.
Il solista - The Soloist, regia di Joe Wright, con Robert Downey Jr., Jamie Foxx, Catherine Keener, Tom Hollander, Stephen Root, Justin Martin, Rachael Harris, Robyn Jean Springer, Lisa Gay Hamilton; drammatico; U.S.A./Gran Bret./Fran.; 2009; C.; dur. 109’
Voto
7½
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