Segreti e bugie
Tutto o niente
Il segreto di Vera Drake
Secondo
consolidata consuetudine Mike
Leigh torna dietro la macchina da presa per proporci una storia d’ordinaria
umanità di periferia allo sbando, priva di concessioni a partire dal titolo, Tutto o niente appunto, passato in
corcorso all’edizione
2002 del Festival di Cannes. I quattro componenti del clan Bassett, la
famiglia protagonista del film,
vivono nella suburbia londinese, in uno dei numerosi grigi condomini di cemento
che comprimono i radi spazi verdi sottostanti: c’è Phil, corpulento tassista
dall’espressione perennemente triste e sempre in apprensione per sbarcare il
lunario; c’è la moglie Penny, impiegata come cassiera in un supermercato, una
donna sfiorita e senza sogni, dolente ed insoddisfatta; e ci sono i due figli
Rory e Rachel, entrambi obesi, sfaccendato ed aggressivo il primo, silenziosa
addetta alle pulizie in un ospizio per anziani la seconda. La vita del gruppo
familiare procede stancamente, priva di sorprese e senza alcuna speranza di
cambiamento all’orizzonte: da tale sconsolante linea non si discostano le
quotidianità dei vicini dei Bassett, da Ron, collega di Phil, sposato con
un’alcolizzata e padre di una figlia scostante e disposta a concedersi ad uno
sconosciuto per un briciolo d’amore, alla solare Maureen, ragazza madre di
Donna, cameriera priva di prospettive ed emula del grande errore materno,
essendo rimasta incinta di un bulletto sfregiato, rozzo e manesco, che peraltro
non intende assumersi il fardello della paternità. Da Tutto o niente, lo si intuisce dai
disarmanti dettagli biografici dei protagonisti, non c’è da aspettarsi brio o
ritmo, soltanto sprazzi di vita vissuta, questo sì: a completare il quadro
contribuisce il lirico obiettivo di Mike Leigh, capace di
estrapolare frammenti di verità dai suoi personaggi, presentati attraverso
un’ottica corale e stringente. C’è da aggiungere che, rispetto a pellicole più
intriganti come Ragazze o (soprattutto) Segreti e bugie, Tutto
o niente è basato su un plot forse troppo scarno sul fronte
narrativo, al punto che il drammatico infortunio cardiaco occorso al figlio
Rory – grimaldello emotivo per l’emersione di rancori sentimentali sommersi e
stratificati, per la loro esplosione e per lo sbocciare di una nuova speranza –
si profila come una boccata d’ossigeno utile per portare d’un fiato gli
spettatori verso un inatteso happy ending. Da vedere.
Tutto o niente - All or nothing, regia di Mike Leigh, con Timothy Spall, Lesley Manville, Ruth Sheen; drammatico; Gran Bretagna; 2002; C.; dur. 2h e 8'
Voto
7
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