Barbara Steele appare nella locandina del 37esimo Torino Film Festival, come icona
ispiratrice di una manifestazione poliedrica e sempre molto attenta al cinema di genere. In questa edizione, la Steele
verrà insignita, prima donna e prima attrice, del Gran Premio Torino. Il cartellone sarà composto da 197 film, di cui 142
lungometraggi, 11 mediometraggi e 31 cortometraggi, tutti selezionati tra più di 4000 opere visionate. Sono 45 le anteprime mondiali, 28 quelle
internazionali e 64 quelle italiane, divise nelle tradizionali sezioni del concorso Torino 37, Festa Mobile, After Hours, TFFdoc, Italiana Corti,
Onde, e la retrospettiva horror Si può fare! L’horror Classico 1919-1969.
L’inaugurazione del Festival di venerdì 22 novembre, è affidata a Jojo Rabbit: il film d’apertura è opera di
Taika Waititi ( il suo What we do in the shadows, presentato e premiato al Tff nel 2014), una satira atipica sul nazismo interpretato dallo stesso
Waititi con Scarlett Johansson e Sam Rockwell.
Il film di chiusura di sabato 30 novembre è invece Knives Out di Rian Johnson, che uscirà il 5 dicembre col titolo Cena con delitto, e
vede tra i protagonisti, nomi come: Daniel Craig, Chris Evans, Jamie Lee Curtis, Toni Collette, DonJohnson, Christopher Plummer.
Guest director di quest’anno è Carlo Verdone, che presenta Cinque grandi emozioni, la sezione da lui curata con cinque suoi film
del cuore: sono Ordet di Carl Theodor Dreyer, Buon compleanno Mr. Grape di Lasse Hallström, Divorzio all'italiana di
Pietro Germi, Oltre il giardino di Hal Ashby e Viale del tramonto di Billy Wilder.
Nel concorso ufficiale, c’è un solo italiano, Il grande passo di Antonio Padovan
(al secondo film dopo Finché c’è prosecco c’è speranza) con Giuseppe Battiston e Stefano Fresi, mentre due registi italiani firmano la produzione
statunitense Now is Everything, il figlio d’arte Riccardo Spinotti e Valentina De Amicis. Da segnare sui taccuini: Beanpole di Balagov, A white, whit day =
di Hylnur Palmason e Raf di Harry Cepka.
In Festa Mobile, si può vedere Stefano Consiglio che racconta Altan in Mi chiamo Altan e faccio Vignette, Maurizio Zaccaro che in
Nour racconta una delle storie da Lampedusa del dottor Piero Bartolo (interpretato da Sergio Castellitto). Spiccano anche Magari di Ginevra Elkann con Riccardo Scamarcio e Alba Rorwacher, Lontano Lontano di Gianni Di Gregorio con l’ultima apparizione di Ennio Fantastichini, Simple Women
di Chiara Malta con Jasmine Trinca. Da non lasciarsi scappare lo spionistico Spider in the Web di Eran Riklis con Ben
Kingsley e Monica Bellucci, e il thriller The Good Liar di Bill Condon con la coppia di ferro Ian McKellen e Helen Mirren e Dreamland di Miles
Joris-Peyrafitte con Margot Robbie rapinatrice di banche. Titolo omonimo, Dreamland, per il neo-noir di Bruce McDonald con Henry Rollins e Juliette Lewis presente nella
sezione After Hours.
Per la sua ultima edizione da direttrice, Emanuele Martini ha curato la retrospettiva Si può Fare! L’horror classico 1919-1969,
con 35 titoli rappresentativi del genere, per accontentare gli amanti del cinema horror che ogni anno affollano le sale del festival torinese. Come
sempre una manifestazione giovane nelle proposte e con pellicole non scontate, incorniciate dai portici splendidi del capoluogo piemontese.
Voto
8
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