Inizia con tante novità e polemiche al seguito Cannes 2018.
L’esclusione di Netflix, la querelle sui selfie e dal cambiamento radicale delle proiezioni stampa, che penalizza i critici dei quotidiani a favore delle testate web, alimentano il fuoco sacro di un festival che è il punto cruciale dell’anno per quanto riguarda il panorama cinematografico mondiale. Le novità ovviamente non risiedo nel concorso ufficiale e vanno ricercate piuttosto tra la Quinzane e la Semaine per finire nella sezione ACID, senza scordarsi di Certain Regard, che a conti fatti compongo un mosaico di offerte comunque invidiabile e sicuramente stimolante
nella ricerca e conferma di autori inaspettati e pronti ad affermarsi successivamente in altri festival. I titoli appetitosi sono numerosi:
Dogman di Matteo Garrone, Burning di Lee Chang-dong, Le livre d’image di Jean-Luc Godard, Asako I & II di Ryūsuke Hamaguchi, Les Éternels di Jia Zhangke, Under the Silver Lake di David Robert Mitchell, Lazzaro felice di Alice Rohrwacher, The House that Jack Built di
Lars von Trier, The Man Who Killed Don Quixote di Terry Gilliam, Dead Souls di Wang Bing, Donbass di Sergei Loznitsa, Chuva é cantoria na aldeia dos mortos di João Salaviza e Renée Nader Messora, Leave No Trace di Debra Granik, Mandy di Panos Cosmatos, Mirai di Mamoru Hosoda, Chris the Swiss di Anja Kofmel, Wildlife di Paul Dano. Questa è una piccola parte dell’offerta che propone Cannes dal suo cartellone, ma ci sono anche le perle del passato di Cannes Classics e Cinéma de la plage, partendo da 2001: Odissea nello spazio e Il settimo sigillo a restauri più recenti come
quello di Grease. Una manifestazione mastodontica che rimane sempre al centro degli interessi cinematografici e raccogli a se innumerevoli appassionati della settima arte.
Voto
8
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