Nonostante la Bonelli negli ultimi
anni avesse ampliato non poco il suo comparto fantascientico
– vedi Nathan Never
ed i vari spin off Legs Weaver e Agenzia Alfa –, il primo personaggio
lanciato dalla storica scuderia fumettistica italiana nel terzo millennio è un
ranger spaziale: Gregory Hunter. Il nuovo personaggio con relativo background
futuribile è stato ideato oltre vent’anni fa da Antonio Serra, già autore di
punta delle serie sopra citate. Rispetto alle atmosfere post-catastrofiche e
fortemente malinconiche di Nathan Never (punto forte dell’agente Alfa,
peraltro) od a quelle scanzonate e con molta azione di Rebecca “Legs” Weaver, l’ultimo arrivato in casa
Bonelli, per quanto appartenente ad un futuro possibile e venturo,
è un eroe classico nella concezione del termine e nelle sue storie la
componente avventurosa è decisamente in primo piano: una sorta di Tex o di Zagor dell’era spaziale,
insomma, dotato delle tipiche ‘spalle’ di contorno – lo scimmiesco e svagato
tallariano Badger e l’algida gigantessa Sandrach, entrambi ultimi superstiti di
due mondi scomparsi – e protagonista di rischiose missioni che lo portano a
spasso per il cosmo a bordo del Jolly Roger, la sua fedele e velocissima astronave,
l’unica sua vera casa. Il mondo (ma in questo caso è più proprio parlare di
universo) in cui sono ambientate le storie di Gregory Hunter è una realtà
alternativa rispetto alla nostra in cui le cose sono andate diversamente in
certi piccoli dettagli molto importanti, che al lettore vengono spiegati dalla
mistica figura di un incappucciato noto come Monaco Errante: in questa Terra
parallela, all’inizio degli anni Sessanta,
infatti, l’industriale Cyrus Coleman brevettò e mise in commercio il primo motore iperspaziale
(nome mutuato di sana pianta dalla letteratura di science fiction
coeva), che fu promosso a livello politico dal presidente americano John F.
Kennedy, sfuggito pochi giorni prima ad un attentato a Dallas. La corsa allo
spazio nel passato di Gregory Hunter non conobbe momenti di stasi: anzi, la
razza umana costruì migliaia
di astronavi capaci di superare quella che venne definita l’ultima frontiera,
in un trentennio colonizzò mondi e sottomise civiltà aliene, poi dopo il caos
giunse il momento dell’ordine e fu creato il corpo dei ranger dello spazio per
controllare un variegato ed instabile universo, molto simile al West dei tempi che furono.
Le storie di Gregory Hunter non sono autoconclusive ma si susseguono senza
soluzioni di continuità: nel primo numero assisteremo tra l’altro
all’apparizione dello spettrale Brynner (il sosia del Chris de I magnifici
sette), fantasma che perseguita Hunter acquistando tangibilità (come le sue
pallottole) ad ogni nuovo assassinio del nostro eroe, ad una caccia di frodo ai
kraken (sorta di balene cosmiche), ad una rissa nell’astroporto di turno ed
alla demolizione di New
York, che sarà trasformata in un parco naturale. Già, perché gli abitanti
della cara vecchia Terra si sono sparpagliati nel cosmo, lasciandola pressoché
disabitata. Gregory Hunter sembra un personaggio nel complesso dotato di un
discreto potenziale. Vedremo.GREGORY HUNTER N° 1, Il ranger dello spazio, mensile,
pp. 100 [Bonelli]
Voto
7
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