A tre anni dal grande successo del singolo Mmmbop e dell'album d'esordio, Middle
of nowhere, direttamente da Tulsa, Oklahoma, ritorna il trio composto
dai fratelli Hanson: Isaac (chitarra e
voce), Taylor (voce e tastiere) e Zac (batteria). Il nuovo album, che s'intitola
This
time around, arriva dopo le digressioni di 3 car garage e
del live The road to Albertane
(entrambi del 1998): al primo ascolto quello che più stupisce è che il terzetto
di fratellini (e non è una battuta) dimostra di essere cresciuto e di essere
qualcosa di più che una parentesi adolescenziale, nata da un singolo fortunato
ed orecchiabile oltre che dal favore che il pubblico suole da sempre tributare
ai giovanissimi debuttanti, come erano appunto gli Hanson nel 1997. Ciò che
sorprende in This
time around è soprattutto la semplicità, sia a livello musicale che
sul versante testuale - e sarebbe strano il contrario, considerando la verde
età del gruppo -. I
tre Hanson insomma volano basso e restano molto orecchiabili giocando con
il southern soul che, pure, come
genere, non rimandava a chissà quali messaggi cosmici. La musica di Isaac, Taylor e Zac
richiama apertamente il brio molto west-coast
di eroi della popular music quali
Eagles, volendo anche Beach Boys, Allman Brothers e Aaron Neville (soprattutto
in alcune ballate). Il tutto, e questo depone a favore della loro intelligenza,
sempre senza strafare, coniugando il soul
con il pop, ovvero coniugando la
facilità con l'orecchiabilità delle canzoni, in accordo con il fascino delle
radio. Esemplare sotto questo profilo è il ritmo avvolgente ed energico al
tempo stesso del brano d'apertura, You
never know, probabilmente l'episodio più riuscito del disco: il Leitmotiv della canzone sembra quasi
continuare nel singolo apripista, If
only, che si presenta però decisamente più in linea con la produzione
passata della giovane band. La title track è invece improntata
all'ultima evoluzione degli Hanson, con un sound
più 'pieno' e variato, capace di accelerazioni e ripartenze: esattamente
quel che accade nella morbida Dying to
be alive. Da segnalare anche l'inedita cadenza latineggiante di Can't stop, il crescendo di Sure about it e anche il suono deciso
di In the city. Tra gli ospiti
dell'album anche il giovanissimo chitarrista blues Jonny Lang. Sicuramente una sorpresa in positivo: ed a questo
punto sarà curioso vedere cosa riusciranno ad orchestrare gli Hanson dopo This
time around.
Hanson, This time around [Island 2000]
Voto
7-
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