Newyorchese,
classe 1981, Alicia Keys ha studiato
pianoforte alla mitica Professional Performance Arts School di Manhattan ma,
nonostante avesse formato il primo gruppo ad appena nove anni e firmato il
primo contratto discografico a sedici, la sua stella ha cominciato a brillare
soltanto dopo l’incontro con Clive Davis, ex presidente dell’Arista e fondatore
della J Records. Il suo album di debutto certifica fin dal titolo, Songs
in A minor, il suo sconfinato amore per il pianoforte, il suo strumento
privilegiato, e la proietta nelle top ten americane grazie al traino del
singolo Fallin’, forse il più rappresentativo della tracklist,
centrato su un ipnotico refrain pianistico e tutto giocato sulle mille
gamme di malinconia che la giovane cantante
riesce ad esprimere: rappresentativo anche perché costruito su una miscela di
emozioni acustiche che dà un’idea precisa della natura eclettica della Keys,
cresciuta con un orecchio verso la classica e l’altro al soul, all’hip
hop, al jazz ed al rhythm’n’blues. Prima di diventare nota
anche nel vecchio continente, Alicia Keys ha
dimostrato di avere grande temperamento anche dal vivo, con una notevole performace
agli MTV Awards 2001 (premiata come miglior esordiente). La consacrazione
ufficiale è poi venuta dagli ultimi Grammy
Awards, in cui la giovane cantante ha concretizzato cinque grammofoni sulle
sei nominations ricevute, profilandosi come protagonista di primo piano
della serata insieme agli U2, l’ennesima conferma, ed a O brother where art
thou?, la grande sorpresa: Fallin’ è stata giudicata miglior canzone
in assoluto e nel settore R&B, Songs in A minor
è stato premiato come miglior album R&B, la Keys come miglior cantante
R&B e come nuova artista. Ma se Fallin’ è il gioiello indiscusso del
disco d’esordio, le altre quattordici tracce rassicurano definitivamente sulle
capacità di Alicia Keys, che si profila come una figura di primo piano del
cosiddetto new soul americano (definito anche retro soul) a
dispetto della giovane età. Scendendo nel dettaglio corre l’obbligo di
segnalare la sinuosa apripista (Piano & I), la riuscita cover di
Prince (How come you don't call me), l’intrigante dittico centrale
costituito da A woman’s worth e Jane Doe, l’intensa The life,
il duetto con Jimmy Cozier (Mr. Man), e la dolcissima Caged bird.
L’album presenta anche una chicca stile anni Settanta in collaborazione col
mitico Isaac Hayes, ovvero Rock with U, direttamente dalla soundtrack
di Shaft 2000. Il sorprendente debutto di Alicia Keys riveste di nuovo
significato la parola rivelazione, che per questa
giovane ed attraente cantante del New Jersey non è decisamente
un'esagerazione e la proietta a pieno titolo sulle orme delle più accreditate
nipotine di Aretha
Franklyn, ovvero Erykah Badu, Macy Gray e India.Arie. Le sue doti vocali
sono indubbie, il talento cristallino: la padronanza del soul e del rhythm'n'blues
appare cromosomica, dentro l'album ci si può perdere e Fallin' è una
vera gemma. Ne sentiremo parlare sicuramente ancora, per fortuna...
Alicia Keys, Songs in A minor [Bmg/J Records 2001]
Voto
8
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