Un tram che si chiama desiderio
di Tennessee Williams
Traduzione di Masolino D’Amico, regia Antonio Latella, scene Annelisa Zaccheria, costumi Fabio Sonnino, luci Robert John Resteghini, suono Franco Visioli. Con Laura Marinoni, Vinicio Marchioni, Elisabetta Valgoi, Giuseppe Lanino, Annibale Pavone, Rosario Tedesco, foto di scena Brunella Giolivo
Al Teatro Di Casalecchio Di Reno 2 e 3 marzo 2013 ore 21
|
 |
Un paralume rosso accanto a una sedia da ufficio. Un letto sormontato da una testata barocca.
Un tavolo rotondo e alcune sedie. E poi: una poltrona, un lavabo, una vasca da bagno...
Tutto è in legno di betulla e dotato di ruote. Sembrano mobili Ikea visti ai raggi x.
Sono scheletri, strutture esili, oggetti sventrati al cui interno sono incastonati,
come protesi meccaniche, riflettori e amplificatori. Queste le forme, i colori e le linee che Antonio Latella ha scelto per realizzare il pluripremiato Un tram che si chiama desiderio
(Premio Hystrio alla regia ad Antonio Latella,
Premio Hystrio all’interpretazione, Premio Le Maschere del Teatro come miglior attrice protagonista a Laura Marinoni, Premio Le Maschere del Teatro come miglior attrice non protagonista
a Elisabetta Valgoi, Premio Ubu 2012 ad Antonio Latella per la miglior regia, Premio Ubu
2012 ad Elisabetta Volgoi come miglior attrice non protagonista).
Un tram che si chiama
desiderio è il testo che Tennessee Williams compose nel 1947
per raccontare la via crucis di una donna profondamente segnata da un trauma che l’ha fatta scivolare nel baratro dell’alcolismo e della ninfomania. “Odio il realismo. Mettere in scena Un tram che si chiama desiderio è quindi una scommessa: bisogna usare una lente d’ingrandimento per far diventare il testo qualcosa d’altro” – afferma il regista Antonio Latella – “Affrontare
un testo così realistico e farlo diventare un atto poetico non è facile.
Non amo molto far vedere il realismo in scena. Il luogo del teatro serve d’altro,
serve a mettere in moto la nostra fantasia per poter viaggiare e riflettere sulle cose
quotidiane piuttosto che vedere la quotidianità in scena”.
Un tram che si chiama desiderio non è soltanto un viaggio introspettivo nella mente di una donna ferita ma anche la fotografia di un conflitto tra due mondi inconciliabili: l’uno, aristocratico e decadente che si ostina a vivere nell’illusione di un passato glorioso (Blanche); l’altro,
proletario e rampante che cavalca con fierezza il sogno americano (Stanley).
Williams ambienta questo scontro all’interno di una società in pieno mutamento all’indomani
della seconda guerra mondiale, descrivendone vizi e illusioni in graduale disfacimento.
Ma soprattutto racconta l’America puritana, il Sud integralista in cui l’autore
è cresciuto. L’originalità del testo risiede nella capacità dell’autore di
inserire, all’interno della forma drammatica, ispirati a episodi autobiografici, elementi tipici del romanzo, in particolare negli aspetti legati alla psicologia dei personaggi. Ed è proprio sulla psicologia della protagonista che Antonio Latella si concentra per la sua messinscena. Pur utilizzando il testo battuta per battuta, sceglie di capovolgerlo, partendo dal finale, vale a dire, dalla scena in cui Blanche viene ricoverata in un ospedale psichiatrico da cui probabilmente non uscirà più. Così facendo il regista opera uno spostamento che, conservando la successione cronologica degli avvenimenti colloca il dramma all’interno della psiche della
protagonista. In questo modo Latella si confronta ancora una volta con un universo che gli permette di riflettere non solo sull’animo femminile ma anche sulla malattia, elemento centrale nella sua poetica. Nell’ambito di IN CONTEMPORANEA Con Claudio Longhi e Laura Mariani – DARvipem, sezione teatro Università di Bologna Info e prenotazioni 051/570977 info@teatrocasalecchio.it
Voto
8
|
 |
|