Lella Costa
Traviata, l’intelligenza del cuore
Regia di Gabriele Vacis, luci e musiche di Roberto Marasco, scene di Lucio Diana
Al Teatro Puccini di Firenze da martedì 4 a domenica 9 marzo 2003
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L’opera lirica l’aveva già visitata con successo nello spettacolo Precise parole (una
rivisitazione in chiave ironica dell’Otello) e con “La Traviata”, Lella Costa fa il bis, dedicando idealmente questa sua versione dell’opera musicale a tutte
le “traviate” del nostro mondo, alle donne, ai loro incanti e disincanti nell'amore.
“Durante la lunga e bellissima tournée di Precise
Parole, molte volte è capitato che chi era venuto a trovarmi in camerino
dopo lo spettacolo mi chiedesse: "e dopo Otello? – spiega Lella Costa -. E
quando ho cominciato a rispondere: "Traviata", ho colto reazioni
diverse, sì, ma tutte incuriosite, anzi, come folgorate da un'idea tanto
stravagante, eppure tanto ovvia, quasi inevitabile. Ma certo,
"Traviata": e che altro? Come Otello, è una storia universale che
tutti credono di conoscere: eppure, quando ti metti a raccontarla con passione
ed esattezza, scopri un'infinità di dettagli, sguardi, intenzioni, letture
possibili”.
Lella Costa propone “Traviata, l’intelligenza del cuore” al mercoledì 7 aprile 2004, ore 21.00 al Teatro dei Concordi di Roccastrada L’artista
milanese, sola in scena, in
questo spettacolo per la regia di Gabriele Vacis (luci e musiche a cura di
Roberto Marasco, scene di Lucio Diana) ripropone la storia della Traviata in un
monologo di due ore, in cui c’è spazio per La signora delle camelie di
Alexandre Dumas figlio e il libretto di Verdi. In varie occasione sullo sfondo
di fili di cotone scorrono le immagini di donne di oggi, ma anche di Maria Callas, di Marilyn Monroe, di Greta Garbo. Di queste
icone, prese a simbolo dell’amore infelice, vengono riproposte anche alcune
immagini che le ritraggono da adolescenti, da bambine perché in fondo ogni
donna è stata, ed è, una bellissima bambina. Per la Costa “La
Traviata” è infatti soprattutto una storia d'amore appassionata di una donna
che incarna tutte le donne.
“E' una storia d'amore, appassionante e disperata ma anche lievemente irritante, con tutti quei non
detti e soprattutto quel dissennato fidarsi dell'intuito maschile – ribadisce la
Costa -. Ed è, come Otello, una storia assolutamente attuale. Non solo le
Traviate, Margherite o Violette che siano, sono disperatamente alla ricerca di
un ruolo, un'identità, una legittimazione, uno straccio di famiglia, ma le loro
eredi sono -ancora oggi - al centro di una infinita quanto ipocrita battaglia
sociale che le vorrebbe di volta in volta redimere o fiscalizzare”.
Voto
8
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