La luna è alta e fa capolino dalle foglie delle querce che
circondano la Villa Corsi Salviati,
aperta per l’occasione. Una fontana al centro continua il suo gorgoglio
incessante e dopo un po’ diviene semplice scenografia e coreografia di danza di
schizzi tra i fiori di loto. Cento sdraio da mare
intorno ad un prato, ascoltando Monica
Bauco che legge in diretta un racconto noir e misterioso di Arthur Conan Doyle.
Le note amare e cupe della fisarmonica di Patrizia Angeloni,
che suona live nel foyer del teatro sestese nascosta alla vista del pubblico, sottolinea i momenti di suspense più viva ed acuta rendendo,
se possibile, ancora più inquietante la storia del mostro della miniera. Mille
e una zanzara fanno da cornice mentre l’unica palma
s’alza altissima. La villa è uno spettacolo di staticità, profondità e
solidità. Il pratino e le siepi basse, attorno alle
quali stanno gli spettatori di “Sento”, proteggono e ovattano quel piccolo
mondo antico fatto di oralità, di racconti tramandati,
di puro ascolto. Le ombre del racconto si ampliano anche nel giardino che
diviene incantato, fatato e abitato anch’esso da mostri. Siamo in una bolla di
sapone, in un luogo della mente, in un altro, diverso modo di vedere e
concepire, il teatro, la lettura. La
Limonaia, nel prezzo del biglietto, offre
addirittura una bibita al bar da sorseggiare durante l’ascolto di un’ora. Pii
c’è chi ascolta ad occhi chiusi, chi sonnecchia perché trascinato dalla moglie
o perché il fresco della sera concilia in questo periodo di caldo soffocante,
chi fuma, qualcuno boccheggia un “finalmente”, qualche innamorato si bacia come
in un drive in americano degli anni ’50. Un’altra
riuscita idea di Barbara
Nativi che chiosò il progetto con “quando
l’handicap diventa un punto di vista e la letteratura si mostra al massimo del
suo piacere”.
Voto
7
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