Teatro Kismet OperA
Il malato immaginario ovvero le Molière imaginaire
Di Teresa Ludovico. Riscrittura originale, con le scene e le luci curate da Longuemare, i costumi realizzati dall’Artelier di Luigi Spezzacatene e con la consulenza musicale dei maestri Nicola Scardicchio e Leonardo Smaldone, In scena Augusto Masiello, Marco Manchisi, Serena Brindisi, Ilaria Cangialosi, Michele Cipriani, Andrea Fazzari e Daniele Lasorsa. produzione del Teatro Kismet OperA di Bari
Il 2 febbraio 2010 al Cantiere Florida di Firenze
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"La malattia come bisogno di non esistere, di addormentarsi, finché tutta la vita
sia risucchiata dal quel nulla anestetico che aspira ...all’eternità. Solo una malattia immaginaria può proteggere dalla disperazione di vivere".
Tra fedeltà al testo originale, invenzioni registiche, ironia, intelligenza e sarcasmo, si muove Il malato immaginario ovvero le Molière imaginaire di Teresa
Ludovico, la produzione del Teatro Kismet OperA di Bari. Che abbiamo visto in scena al Cantiere Florida di Firenze il 2 febbraio 2011. Questa brillante riscrittura originale si avvale delle scene e delle luci di Longuemare, che caratterizzano e movimentano lo spazio con grande dinamicità e quel pizzico in più di prodigio, che dona allo spettacolo una magia tutta sua. I costumi sono stati realizzati dall’Artelier di Luigi Spezzacatene, mentre la preziosa consulenza musicale e dei maestri Nicola Scardicchio e Leonardo Smaldone. Il malato immaginario vede protagonisti Augusto Masiello, Marco Manchisi, Serena Brindisi, Ilaria Cangialosi, Michele Cipriani, Andrea Fazzari e Daniele Lasorsa.
Da sottolineare che la musica scelta per lo spettacolo è quella di Nino Rota, che fu autore tra il ’76 e il ’78 per il coreografo Maurice Béjart della suite Le Molière imaginaire, che torna
quindi nello spettacolo del Kismet dando vita a un dialogo “immaginario” proprio fra Rota e Molière.
Lo spettacolo sposta l’ambientazione dalla Francia del ‘600 a una casa (potrebbe essere del sud, ma anche del nord Italia) e disegna un Argante (il protagonista, qui interpretato da Augusto Masiello) che ha molto in comune con lo stesso Molière . In effetti Molière e Argante hanno un punto in comune: l’immaginazione. Entrambi possono vivere solo a condizione di immaginare.
Argante ha bisogno di immaginare la malattia per sfuggire alla vita, sollevandosi da una quotidianità che pullula intorno. E’ vittima e carnefice di sé, del suo male di vivere, dei medici e così sacrifica il bene di sua figlia al suo interesse. Non è un brav’uomo. Si occupa di sé, esclusivamente della sua malattia, lo fa per non vivere e in questa sua distorsione si presenta come personaggio molto attuale” specifica la Ludovico.
Il malato immaginario ovvero Le Molière imaginaire vuol essere un omaggio al popolo del
teatro e vuol proporsi nella misura di un lavoro collettivo. Lo dimostrano
anche i personaggi affidati a un travolgente e appropriato Marco Manchisi (la serva Tonietta e una maschera di Pulcinella), che sono entrambe incarnazione di quell’anima popolare, beffarda, liquida, che pervade tutta l’opera di Molière. Il risultato è una messa in scena azzeccata, una commedia divertente, briosa che trascina lo spettatore lontano dalla noia del quotidiano, ma lo fa anche pensare. Merito di una compagnia come Teatro Kismet OperA di Bari, che ha saputo fondere una tradizione teatrale antica con il fervore del quotidiano. Senza mai cadere nella farsa, recuperando la commedia dell'arte con estro originale ed eleganza.
Voto
8
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