I pilastri della società
di Henrik Ibsen
Regia Gabriele Lavia, traduzione Franco Perrelli, scene Alessandro Camera - costumi Andrea Viotti - musiche Giordano Corapi - luci Giovanni Santolamazza. Foto di scena di Tommaso Le Pera
Al Teatro della Pergola dal 5 novembre al 15 novembre 2013, al Teatro Argentina di Roma dal 20 novembre al 22 dicembre, dal 13 al 16 febbraio 2014 al Teatro Bonci di Cesena, dal 18 febbraio al 2 marzo 2014 al Teatro Carignano di Torino, dal 4 al 9 marzo al Teatro della Corte di Genova, dal 12 al 16 marzo al Teatro Storchi di Modena, dal 18 al 23 marzo al Teatro Verdi di Padova e dal 25 marzo al 6 aprile 2014 al Teatro Strehler di Milano
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Gabriele Lavia inaugura, martedì 5 novembre, la stagione 2013 - 2014 del Teatro della Pergola con la prima nazionale di I Pilastri della società di Ibsen, uno spettacolo che riflette
sui capisaldi su cui si fonda la società e gli accadimenti che possono minare
questi valori.
"Su cosa fonda una società di uomini? Questa è la domanda che pone il testo di I
Pilastri della società di Ibsen. E lo stesso Ibsen risponde con molta chiarezza, alla fine dell’opera. I fondamenti sono due: la libertà e la verità. Non può esserci libertà senza verità,
perché chi mente è schiavo della propria menzogna".
Si annuncia una stagione da record per il teatro fiorentino che, con 18 spettacoli, 5 prime nazionali e altrettante coproduzioni, abbonamenti oltre quota 3500, platea quasi esaurita per le recite di maggior richiamo, dedica il
cartellone 2013 - 2014 ad Alfonso Spadoni, storico direttore della Pergola per oltre trent'anni, scomparso
nel maggio di venti anni fa. Ma torniamo questa produzione del Teatro di Roma, della Fondazione Teatro della Pergola e del Teatro Stabile di Torino, che vede Gabriele Lavia nella doppia veste di interprete e
regista. E che dopo il debutto (il 5 novembre 2013) e le dieci repliche fiorentine in programma fino al 15 novembre, andrà in scena al Teatro Argentina di Roma dal 20 novembre al 22 dicembre e proseguirà le rappresentazioni in tournée fino ad aprile (dal 13 al 16 febbraio 2014 al Teatro Bonci di Cesena, dal 18 febbraio al 2 marzo 2014 al Teatro
Carignano di Torino, dal 4 al 9
marzo al Teatro della Corte di Genova, dal 12 al 16 marzo al Teatro Storchi di Modena, dal 18 al 23 marzo al Teatro Verdi di Padova
e dal 25 marzo al 6 aprile 2014 al Teatro Strehler di Milano.
"Del trinomio rivoluzionario francese Liberté, Egalité,
Fraternité è rimasta solo la
libertà. Cui si aggiunge la verità -commenta Gabriele Lavia –.
Solo la libertà di ‘essere’ è il dovere fondamentale che fa essere ‘liberamente’ veri. Libertà e verità congiunte nello stesso concetto. Nessuna verità senza libertà.
Nessuna libertà senza verità. Libertà lo stesso della verità”.
Con Gabriele Lavia nel
ruolo del Console Bernick, recitano Giorgia Salari (la signora Betty Bernick), Ludovica Apollonj Ghetti (Olaf), Viola Graziosi (la signorina Marta Bernick), Graziano Piazza (Johan Tønnesen), Federica Di Martino (la signorina Lona Hessel), Mario Pietramala (Hilmar Tønnesen), Andrea Macaluso (il professor
Rørlund), Mauro Mandolini (il grossista Rummel), Alessandro Baldinotti (il mercante Vigeland), Massimiliano Aceti (il mercante Sandstad), Camilla Semino Favro (Dina
Dorf), Michele Demaria (il segretario Krap), Carlo Sciaccaluga (il capocantiere Aune), Clelia Piscitello (la signora Rummel), Giovanna Guida (la signora Holt), Giulia Gallone (la signora Lynge), Rosy Bonfiglio (la signorina Rummel). Le scene sono di Alessandro Camera; i
costumi di Andrea Viotti; le musiche di Giordano Corapi, nbsp;le luci di Giovanni Santolamazza.
Con I pilastri della società Lavia affronta temi di scottante attualità come la menzogna sociale e la mancanza di
moralità declinate attraverso i personaggi ibseniani del testo del 1877 con cui l’autore norvegese, tra i più importanti dell’Ottocento, riformò i criteri della sua produzione teatrale segnando una svolta verso il dramma sociale.
"La società fondata sull’ipocrisia, sulla falsità, cioè su fondamenta sbagliate, è una società ‘schiava’ e non ‘libera’ dalla corruzione –riflette Lavia – Forse un terzo ‘pilastro della società’ può far rinascere la speranza: le donne. Tutti in questa comunità piccolo borghese hanno qualcosa da nascondere, una colpa di cui vergognarsi. Tranne le donne … forse le donne sono il cambiamento mite che può aiutare il mondo a rimettersi in sesto”.
Voto
7 ½
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