"Indubbiamente il matrimonio non è un’intesa facile. Michael Frayn ha scritto questo testo nel 1970, in un momento di grande contestazione generale, ed è una sorta di divertissement per due attori amanti della commedia e del trasformismo. Secondo me per certi versi il testo è un po' datato però le situazioni raccontate sono abbastanza tipiche: il bambino che piange tutta la notte appartiene al vissuto di tanti e in questo caso la nascita di un figlio divide la coppia perché sconvolge completamente la
quotidianità".
Lunetta Savino ed Emilio Solfrizzi debuttano per la prima volta in coppia per mettere in scena storie matrimoniali in crisi, dove si evidenzia con umorismo e tagliante sarcasmo l’universo, le
mancanze, le tensioni, il logorio dei rapporti coniugali. Tre storie diverse
che i due brillanti attori interpretano cogliendo le sfumature, gli sguardi, i gesti, le parole di un uomo e una donna nelle
dinamiche di vita in comune coinvolgendo il pubblico in uno spettacolo
che sorprende, diverte ma fa anche riflettere. Tornano quest’anno in
Toscana al Teatro della Pergola, dopo
aver toccato 51 piazze italiane, replicando per 118 recite divertendo oltre 70.000 spettatori.
Questa commedia fu rappresentata per la prima volta a Londra nel 1970. Era l'esordio teatrale di
Michael Frayn, un autore allora sconosciuto, che solo una decina d'anni dopo sarebbe diventato famoso in tutto il mondo grazie al successo di Rumori fuori scena. “Due
di noi” è il titolo che racchiude tre atti unici, concepiti
per essere recitati da un'unica coppia di attori che raccontano tre
emblematiche e paradossali situazioni matrimoniali. Nella prima, Black and
silver, un marito e una moglie, entrambi col sistema nervoso logorato da un
pargoletto insonne e urlante, tornano in vacanza a Venezia nella stessa camera
d'albergo dove avevano trascorso la luna di miele. Il confronto passato/presente è inevitabilmente comico, tenero, con una punta
d'amarezza. Nella seconda, Mr.Foot, la
comunicazione di coppia è praticamente azzerata: la moglie sopperisce dialogando in modo surreale con il piede del marito, l'unica parte del corpo che ne tradisce qualche sprazzo emotivo, ad onta della sua ostentata e glaciale
indifferenza. L'ultima situazione, Chinamen, consiste in un vero e proprio virtuosismo drammaturgico e attorale: marito e moglie si ritrovano a dover gestire una cena alla quale hanno invitato, per errore, una coppia di amici da poco separati e il nuovo boyfriend
di lei. Qui il meccanismo comico, spinto al limite della farsa, è potenziato dal fatto che gli stessi due attori, grazie ad un diabolico
meccanismo di entrate, uscite e travestimenti, si trovano ad interpretare ben cinque ruoli diversi, dando vita ad un vorticoso crescendo di equivoci fino al paradosso finale. Sono passati ormai quarant'anni da quel felice esordio, ma la
freschezza di queste piccole pièce è rimasta intatta, a riprova del loro valore teatrale e della bravura dell’autore.
Voto
7 +
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