presentazione Clôture de l’amour
recensione Clôture de l’amour
Approda da venerdì 13 a domenica 15 dicembre 2013 al Teatro Metastasio di Prato, Clôture de l’amour di Pascal Rambert, regista e drammaturgo, nonché direttore dal 2007 del Théâtre de Gennevilliers (T2G), un
protagonista assoluto e punto di riferimento della scena teatrale francese che per questo intenso lavoro ha ricevuto due prestigiosi riconoscimenti: Miglior creazione di un testo teatrale in lingua francese e Gran premio della drammaturgia
Clôture de l’amour, il cui debutto assoluto fu al Festival di Avignone nel luglio del 2011, è già stato tradotto in nove lingue e rappresentato in tutto il mondo. Quella che viene proposta a Prato è la versione italiana, realizzata (traduzione Bruna Filippi) e prodotta da Emilia Romagna Teatro Fondazione, con il sostegno dell’Institut français nel quadro del progetto Théâtre export. Le scene di questo spettacolo, che racconta la fine di una relazione di coppia, sono di Daniel Jeanneteau, il direttore tecnico è Robert John Resteghini e va segnalata la partecipazione alla pièce del Coro delle Voci Bianche della Società Corale Guido Monaco, con il Maestro del Coro Barbara Zuccaro.
Alla domanda “chi amiamo quando amiamo?” Pascal Rambert non dà nessuna risposta, ma si aggira semplicemente nelle possibilità, senza rifiutare quei luoghi comuni che usano almeno una
volta due persone che si separano, che cercano assieme le ragioni del proprio disamore. In una grande stanza bianca, Luca Lazzareschi e Tamara Balducci si parlano attraverso due lunghi monologhi – che non arriveranno mai a farsi dialogo – interrogandosi sulle ragioni della fine
della loro storia d’amore. Il flusso ininterrotto di parole, le domande – risposte che si scatenano e la respirazione bloccata creano una sorta di maratona tra paura e liberazione: è proprio lì, nel mezzo del momento doloroso, che Pascal Rambert ci porta, senza temere di disturbare, di creare dubbio, di immergerci nei meandri di una storia che porta inesorabilmente alla rottura. Due sguardi, due corpi, un flusso di parole e di silenzi per raccontare la violenza di un amore che muore.
"Il testo è sulla realtà, ma non su una storia personale vera. Quello che volevo descrivere era l’idea della separazione, non una delle mie separazioni –
spiega l’autore e regista Pascal Rambert -. Quello che importa è la lingua che scappa, che fugge, che si ripete, la lingua che racconta la violenza della separazione, che la maggior parte di noi un giorno o l’altro si trova ad affrontare".
Al Teatro Metastasio di Prato da venerdì 13 a domenica 15 dicembre 2013 (feriali ore 21; festivo ore 16 – info: 0574
608550 - biglietteria 0574 608501
Voto
7 ½