Gruppo Contro Attacco
Amedeo
Regia di Daniele Giuliani. 15 non-attori sul palco per la prima volta. A cura del Servizio di Salute Mentale del M.O.M - S.M.A Q2 di Firenze, Arca coop sociale Firenze. Supervisione del progetto Dott.sa Bianca Pananti , Scenografia Umberto Ammannati, Fotografia Francesca Senzani
Il 21 maggio 2010 all’Exfila a Firenze, replica 17 giugno 2010 alle 21.30 all'area Pettini in via Faentina a Firenze
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Il teatro, da qualsiasi punto di
vista lo si guardi, è terapia. Serve a conoscersi, a conoscere, a mostrare, a tirare fuori dal profondo, dalla
polvere, dall’inconscio. A maggior ragione diventa terapia quando ad andare in scena sono un gruppo di pazienti psichiatrici ed operatori
dell’Asl che si sono messi insieme per affrontare un testo originale, scritto a
più mani, toccante ed autobiografico. Si chiama “Amedeo” a cura della compagnia
Contro Attacco, con quindici non-attori sul palco per la prima volta, il 12
maggio 2010 all’Exfila, in zona Gignoro: “Il progetto è stato promosso dall’Asl di Firenze che gestisce alcune case
famiglia – spiega la coordinatrice Bianca Pananti – dalla cooperativa Arca e
dal Quartiere 2. Potremmo dire che è “quel che resta dell'eredità di Basaglia a San Salvi”. I nostri “attori” hanno lavorato insieme in un laboratorio
sperimentale ritrovandosi una volta alla settimana dall’aprile del 2009 fino ad
oggi lavorando molto sull’espressione
teatrale e sull’improvvisazione”. La storia che ne è venuta fuori è la vita di
Amedeo, personaggio drammatico, grottesco e tragicomico, inventato che è la
somma delle tante sofferenze, pene e disagi della malattia mentale. Una storia
falsa fatta di moltissime storie purtroppo vere.
“Amedeo è la storia di un personaggio di fantasia, narrata dai punti di vista
di persone che gli sono state vicine – racconta il
regista Daniele Giuliani - Ciò è la testimonianza che la realtà non è una e
definita, ma l’insieme di tante interpretazioni di essa”. Come ben diceva Pirandello nel suo “Uno, nessuno e centomila”. L’età dei pazienti va dai ventotto
ai sessant’anni. Anche la scenografia ed i disegni
sono stati curati da pazienti che provengono dal gruppo la Tinaia. “Amedeo parla in terza
persona di un uomo scomparso. Sembra quasi un giallo, un mistero. Di tanto in
tanto spuntano altri personaggi che hanno conosciuto o avuto a che fare con il
protagonista: l’ex moglie, l’amante, la cugina. La sua è una vita che racchiude
tutte le vite dei pazienti che hanno collaborato alla stesura ed alla drammaturgia della piece”.
Voto
7 +
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