Matija Ferlin
Sad Sam/Almost 6/
Per la prima volta in Toscana il danzatore e coreografo croato in un solo di grande potenza espressiva e di sorprendente delicatezza. Scene di Katja Praznik, costumi di Artikl, Silvio Živković, luci di Urška Vohar
Il 22 e 23 marzo 2013 al Teatro Studio di Scandicci
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"Ero interessato alla solitudine e volevo
capire come enfatizzare questo discorso senza essere solo. Sono cosě partito da un lavoro fisico, sul teatro infantile, sulla
performativitŕ naturale di un bambino di sei anni. Lentamente sono arrivato a riflettere sulla crescita e sulla formazione della sessualitŕ,
cosě un giorno ho portato degli animaletti di plastica, li ho disposti a cerchio e in meno di due ore ho creato la struttura dello spettacolo".
L’artista croato Matija
Ferlin va in scena venerdě 22 e sabato 23 marzo 2013 alle 21 al Teatro Studio di Scandicci Lo spettacolo si chiama Sad Sam/ Almost 6/
e sottolinea una ricerca artistica non legata a forme espressive specifiche. Lo spettacolo, presentato con grande successo in prima
nazionale al Festival di Santarcangelo 2012, č scritto, diretto e interpretato da Ferlin e si avvale della collaborazione di Katja Praznik, della scenografia e dei costumi di Artikl, Silvio Živković e delle luci di Urška Vohar.
Nel curriculum di Matija Ferlin figurano spettacoli danzati, altri che utilizzano invece solo la parola, ma anche cortometraggi e mostre d’arte. Un dato di fatto interessante
per un artista poliedrico che non ha intenzione di mettere paletti alla sua
creativitŕ, che puň esprimersi indifferentemente attraverso il gesto, la parola
(parlata o scritta) e altri linguaggi.
"Ogni idea mi richiama giŕ il medium, non č mai slegata dal linguaggio che
voglio utilizzare. Non ho voglia di etichettare la mia vita sia privata che artistica, se lo facessi mentirei. Č quindi un lavoro molto intuitivo il mio, concentrato sulla forma”.
Si muove in questa direzione lo spettacolo Sad
Sam /Almost 6/, in cui il danzatore recita anche un testo in
inglese (con sottotitoli in italiano). Come dicevamo, č un lavoro sull’infanzia e sulla sua fine, una pičce sul rapporto con il proprio mondo interiore e con gli altri, sulla forza dell’immaginario e di un linguaggio capace di creare le cose nominandole; sullo strappo che rompe il cerchio perfetto e ci apre,
attraverso la ferita, agli altri e al reale.
Lo spettacolo č un capitolo di un progetto piů articolato, in cui sotto il titolo
Sad Sam (in croato “adesso io sono”, ma in un gioco di echi con l’inglese che leggerebbe “il triste Sam”) Ferlin compone una serie di piccole creazioni, tutte centrate sulla sua presenza scenica di grande
potenza espressiva e di sorprendente delicatezza.
"Sono proprio i pupazzi di cui mi circondo in scena a consentirmi di accentuare la solitudine
da un lato e, dall’altro, di parlare direttamente al pubblico – spiega il coreografo nato a Pola nel 1982- Il cerchio di animaletti č una sorta di teatro nel teatro e anche se puň sembrare
una seduta psicanalitica, o un gruppo di autocoscienza, per me mantiene il
carattere tirannico e profetico della scena. Cerco di mettere sopra il palco quello che succede in platea in quello stesso momento… Tutti i miei spettacoli riflettono sul “qui e ora”, sul presente, sul palco e lo fanno lavorando molto
con la presenza del performer. Per me ogni gesto ha lo stesso valore di ogni frase o parola; per questo agisco nella massima concentrazione,
cercando si essere presente a ogni cosa che faccio in ogni secondo".
Voto
7 ˝
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