Legami e Legumi
Sit com improvvisata
Teatro Puccini, 29, 30, 31 dicembre 2004,
10, 17, 24, 31 gennaio 2005. -Firenze
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Per improvvisare occorrono doti fini e talento in abbondanza e non tutta la compagnia della L.I.I.T., la Lega Italiana d’Improvvisazione Teatrale, era sullo stesso livello scenico e sullo stesso filone di caratura e portamento sul palcoscenico del Teatro Puccini.
Una tenitura anche troppo ampia e lunga per questa tecnica, consolidata da una parte ed allo stesso tempo sperimentale, che forse in un teatro grande e prestigioso come quello di cui è Alessandro Benvenuti, forse troppo “istituzionale” per il genere, si ridimensiona e sparisce, impallidisce sul palco alto.
L’improvvisazione ha bisogno di più partecipazione, di maggior contatto, integrazione, scambio, cosa che con il filtro- barriera-frattura del palco rialzato è già difficile di per sé da creare.
La scelta poi della serata di Capodanno è stata oltremodo rischiosa, anche se il tutto esaurito è garantito più dal giorno particolare, che dalla programmazione del palinsesto teatrale.
Sei personaggi, un fantomatico agriturismo nel bel mezzo della Toscana ed una storia tutta da inventare e modellare: al pubblico vengono chieste le direttive, i binari entro cui far muovere la scena, orientare le decisioni, cosa far dire e come delineare i caratteri dei vari ruoli in pista.
Ogni sera una caratterizzazione diversa, due episodi da quaranta minuti ciascuno: Daniela Morozzi, vista nella fiction Cuore contro Cuore di Canale 5, è strepitosa, spontanea ed eccentrica, sosia dell’Assessore alla Cultura della Provincia di Firenze Maria Cassi, fisicamente e attorialmente, molto brava ed espressiva nel cambiare voce, accento e dialetto, pronta e veloce nel cogliere i momenti di spiazzamento generale.
Sono i momenti vuoto e di silenzio che imbarazzano oltremodo.
Da registrare ancora e mettere a punto la prova di Bruno Cortini che troppo vuole assomigliare a Jim Carrey soprattutto nelle movenze scoordinate e caracollanti da “The Mask”.
Alfredo Cavazzoni e Giovanni Palanza tengono i fili di una storia, a volte lenta o senza colpi ad effetto, ma si sa una serata storta può sempre capitare e certamente non tutte le repliche possono essere eccelse o avere in sé la stessa tensione.
Anche le musiche dal vivo, Marco Cinnirella e Marco Mezzacapo alla chitarra ed alle tastiere elettroniche nel sotto palco, non aiutano i guizzi necessari al divertimento o all’intrattenimento della platea, a volte annoiata, altre in attesa della battuta effervescente o spiazzante che invece non arriva, lasciando un po’ d’amaro in bocca e di delusione.
Da rivedere.
Voto
6-
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