L’“Amnesia” è un famoso locale notturno danzereccio
Amnesia è stato anche un film, non troppo di culto, di Gabriele Salvatores. Ma le “Amnesie” viste e sentite e respirate a Campi Bisenzio hanno altra poesia nelle loro corde.
In un appartamento campigiano va in scena la seconda puntata della rassegna “Il Teatro e la Città” a cura del Centro Iniziative Teatrali di Sergio Agiurre e Manola Nifosì.
Il teatro d’appartamento avvicina, scalda, rievoca focolari e caverne, il vecchio saggio che spiega e narra, racconta di storie passate, le intreccia come le donne il vimini per fare ceste e raccogliere altri fili orali da dipanare tra realtà, fantasia ed immaginazione.
Stefano Vercelli, che insieme a Roberto Bacci è stato uno dei pionieri e fondatori di Pontedera Teatro (forse li rivedremo insieme dopo che da decenni si sono separati artisticamente), si muove nel salotto con la sicurezza del cieco a tastoni in casa propria.
Domina la materia-parola, la cuoce a puntino, la infarcisce, cattura l’attenzione. Non c’è palco a dividere, non ci sono filtri: si vede il sudore sulla fronte, si sente marcato l’accento romano, si possono contare le pieghe degli abiti sgualciti.
E’ un anziano signore ingrigito dal tempo e dalla memoria sì fallace ma che riporta alla luce ed a galla mille storie diverse: trucchi, aneddoti, barzellette in un continuo, frastagliato come un fiordo, gioco delle parti. Un pescatore di asterischi, per dirla alla Samuele Bersani, che getta l’amo nello stagno del passato e ne tira fuori sorprese e dettagli, particolari forse sfuggiti, le piccole cose della vita con le sue sconfitte e dilemmi, per non lasciarsi intimorire né fiaccare dal passaggio del tempo.
Voto
7,5
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