Il cieco Borges di Buenos Aires diceva che "l'universo (che altri chiamano la Biblioteca) si compone d'un numero indefinito e forse infinito, di gallerie esagonali, con vasti pozzi di ventilazione nel mezzo, bordati di basse ringhiere. (…) A ciascuna parete di ciascun esagono corrispondono cinque scaffali; ciascuno scaffale contiene trentadue libri di formato uniforme".
Ma Borges, quando immaginava la forma della Biblioteca di Babele, probabilmente aveva torto. La Biblioteca non è formata da celle esagonali. È un lungo parallelepipedo rettangolare, dagli interni immensi e vuoti: un enorme palazzone post industriale rimodernato che si trova al centro della città. I libri non sono disposti in scaffali, ma sono esposti in banchi orizzontali. Le stanze sono di forma geometrica regolare, e sono divise da sottili pareti divisorie. Altri chiamano le stanze "stand" e il palazzone da alcuni viene indicato con il nome di "Lingotto Fiere". A guardare bene è diviso in padiglioni (i padiglioni 1, 2, 3, 5) e ha degli spazi insonorizzati per le conferenze.
O almeno la Fiera del Libro che si svolgerà a Torino dall'11 al 15 maggio è sicuramente un'incarnazione di quella Biblioteca, immaginata da Borges, formata da tutti i libri realmente esistenti o immaginati. Ma a differenza della Biblioteca che per definizione è silenziosa, la vera natura della Fiera è invece quella di ospitare i lettori. La Fiera è dunque un luogo rumoroso, in cui soprattutto si parla. E si parla intorno ai libri.
Il tema di quest'anno è quella dell'intreccio di culture, della nuova dimensione multietnica e multiculturale delle società occidentali, della possibilità che dall'incontro tra realtà diverse nascano nuove idee e abitudini. E Torino, città che in Italia è al primo posto nell'immigrazione, sembra il luogo appropriato per parlarne.
L'altro tema è quello delle innovazioni tecnologiche che determinano cambiamenti sul nostro modo di comunicare, di pensare e di scrivere.
Interverranno su questi argomenti ospiti di chiara fama, tra cui il grande comparatista (oggi professore al Churchill College di Cambridge) George Steiner, il poeta caraibico di lingua inglese Derek Walcott (Premio Nobel 1992), Luca L. Cavalli Sforza, tra i massimi biologi e genetisti, lo storico inglese Eric J. Hobsbawm, E poi ancora parteciparanno a dibattiti, convegni, conferenze e quant'altro Daniel Pennac e Andrea Camilleri, il nigeriano Ben Okri, Daniel Picouly, il cinese Yu Hua e il turco Orhan Pamuk, Adonis, A. Kilito, Vincenzo Consolo, il filosofo Jacques Derrida.
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