Tra le tante proposte del mondo home video, ci si può sbizzarrire nell’accostare un
cinema prettamente d’autore con opere di genere, per la gioia di fan onnivori
che non stanno a guardare categorie o classificazioni cinefile. Allora si può trovare molti film di Woody Allen, come Wild man
blues diretto da Barbara kopple, che segue da vicino le jam session del clarinettista Allen con la propria orchestra, la New Orleans Jazz Band, nelle principali capitali europee. Ma per
i seguaci del regista di New York, si può anche rivedere La dea dell’amore,
ambientato a Manhattan, dove vivono felicemente Lenny, un timido giornalista sportivo, sua moglie Marta, gallerista d’arte, e il loro splendido bambino adottivo. Un giorno Lenny, ossessionato dal voler scoprire chi sia la
vera mamma del suo figlio acquisito, scopre che la donna altro non è che una prostituta, e tenta inutilmente di riportarla sulla retta
via. Il suo intervento generoso, non potrà che creare imbarazzanti situazioni. Un bel film che asseconda lo spirito migliore di un
Allen giocoso, ma con un occhio attento alle carenze affettive contemporanee. Altro regista che ama manovrare il genere, per scopi
prettamente esplosivi, è John Waters, e per questo non bisogna perdere il
diverte La signora ammazza tutti. Beverly Sutphin è una casalinga apparentemente amorevole e tranquilla, moglie inappuntabile di un dentista e madre modello. Eppure, dentro di lei, c’è una violenza repressa, che la donna
inizia a sfogare con telefonate minatorie alla vicina di casa, prima di passare
all’azione. Pian piano, divenuta una vera e propria serial killer, e alla fine
viene arrestata e processata, ma l’esito non sarà così prevedibile. Cinico al punto giusto, che critica in maniera schietta il finto
mondo della media borghesia. Per la serie i classici del cinema italiano, ecco
Quartieri alti di un regista sotto stimato, che agli occhi di oggi sta
ricevendo una giusta rivalutazione in toto, come Mario Soldati. Giorgio Zanetti, giovane e libertino, vive alle spalle di una ricca
signora, come amante. Quando, però, il ragazzo si innamora di una giovane studentessa di buona famiglia e si fidanza in casa, è costretto
ad assoldare due attori, che facciano le veci dei suoi genitori. Dopo un breve
periodo fatto di menzogne, Giorgio decide di abbandonare il suo passato corrotto, per sposare la ragazza e iniziare una nuova vita. Commedia
umana pregnante ed efficace nello stile asciutto di Soldati, capace di scandagliare con arguzia nelle piaghe sociali del nostro amato paese.
Passando al cinema di genere, si può incappare nella Casa 5 di Clyde Anderson. Padre George abbandona la tonaca in seguito ad uno sconvolgente incontro con il demonio nella cella di una condannata a morte; padre Peter insieme
alla moglie e ai due figli si trasferisce in una villa in fondo al bosco. La famiglia non ci mette molto a capire che quel luogo è infestato da malefici spettri. Piccolo film horror che piacerà ai fan del genere. Invece il cinema
orientale si affaccia sui nostri lidi con Blood brothers di Alexi Tan. A Shanghai il
Paradise Club è il locale notturno più frequentato dai gangster e non solo. Qui, in cerca di una vita più adagiata, approdano dalla
provincia tre amici per la pelle: Fung, Kang e Hu. Ben presto però vengono risucchiati in una spirale di crimini e di violenza,
sotto l'egida del boss locale Hong. Energico film d’azione proveniente da Hong Kong, che non riesce a rispolverare in pieno i splendori delle pellicole degli anni novanta, ma che si gode tutto di un fiato. Arrivando in Italia, si può
recuperare Spia spione di Bruno Corbucci. Il tonto cameriere Carlo Barazzetti abita sopra il caveau di una banca
dove è depositato un anello di
grande valore fatto con una lega segreta. Il Professore e la sua banda,
introducendosi proprio dall'appartamento di Carlo, rubano l'anello e una grossa
quantità di denaro. Sorprendendoli sul fatto Carlo obbliga i ladri a rapirlo e
a portarlo con loro. Scanzonata commedia di metà anni sessanta, che non è sempre all’altezza delle aspettative ma a tratti azzecca
alcune trovate divertenti. Si finisce con film dove Alberto Sordi è anche regista, Io so che tu sai che io so. Un marito trova per
caso dei film girati da un'agenzia investigatrice, che mostrano i tradimenti
della moglie e la tossicodipendenza della figlia. Come tutte le commedie girate
da Sordi, spesso si cade nel qualunquismo e in una sociologia spiccia, ma quello che colpisce sono i duetti tra l’Albertone nazionale e la grande Monica Vitti. Tutti questi DVD sono proposti dalla Medusa home entertainment e non sempre è presente la traccia in Dolby Digital 5.1, ma la pulizia del quadro visivo è sempre all’altezza delle aspettative in tutti i
supporti e le confezioni sono ben curate.
Voto
7
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