Shaft, detective nero, e la sua socia Carmen Velez, indagano sull'omicidio razzista di uno studente nero. L'assassino è un ragazzo bianco, figlio squilibrato di un magnate del mercato immobiliare, che fugge dal paese. Dopo due anni, il ragazzo è costretto a ritornare, e questa volta Shaft si mette in azione. L'atteso remake firmato Singleton (molti dello Shaft originale ricorderanno la colonna sonora di Isaac Hayes) non ha deluso le attese di chi si aspettava un film spettacolare e divertente, in cui il cervello dello spettatore doveva prendersi una piacevole vacanza. Dalla critica americana erano arrivati segnali poco rassicuranti sulla riuscita dell'opera, l'attacco era portato soprattutto al tradimento da parte del film di Singleton della parte politica dei film "blaxploitation", e di essersi adagiato su una copia dei film d'azione spettacolari fatti dai bianchi. L'attacco ha un fondo di verità, la componente politica e di riflessione sul presente è quasi del tutto assente, ma penso che Singleton abbia voluto percorrere un'altra strada, più immediata, ma nello stesso tempo più complessa: creare un eroe di colore da opporre all'immaginario collettivo creato dai bianchi. Operazione già iniziata dal precedente film di Singleton, "Rosewood", anche questo accusato di copiare le forme di intrattenimento create da hollywood, e che trova in Shaft la massima espressione, aiutato anche da un grandissimo Samuel L. Jackson, presente in ogni inquadratura, che letteralmente si "mangia" il film. Il film è stato fra quelli più seguiti fra quelli proiettati in Piazza Grande al festival di Locarno 2000
Ultima nota: attendo con terrore il terribile lavoro che il doppiaggio farà con la ricchezza linguistica di questo film della Paramount Pictures, appiattendo tutte le differenze di accenti presenti. Shaft, regia di John Singleton, con Samuel L. Jackson, Vanessa Williams, Christian Bale, Busta Rhymes; poliziesco; Usa; 2000; C.
Voto
8
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