Nella
notte tra domenica 22 e lunedì 23 febbraio secondo copione dal Kodak Theatre di
Los Angeles è andata in scena l’81ma edizione degli Academy Awards, che ha
visto come mattatore d’eccezione l’attore australiano Hugh Jackman. Come
ogni anno non sono mancate le sorprese: il film dell’anno è risultato al di là
di ogni ombra di dubbio The Millionaire di
Danny Boyle, che ha trasformato le sue dieci nominations in otto
statuette di quelle pesanti, sbaragliando il favorito numero uno della vigilia,
ovvero Il curioso caso di Benjamin Button di David Fincher, che ha
portato a casa soltanto tre Oscar (scenografia, trucco, effetti speciali) a
fronte del record di tredici candidature. The Millionaire si è imposto
nella categoria più importante, quella del miglior film, ma si è aggiudicato anche
le statuette per la miglior regia, per la miglior fotografia, per il miglior
montaggio, per la miglior colonna sonora, per la miglior canzone originale, per
la miglior sceneggiatura non originale e per il miglior missaggio del suono.
Niente da eccepire, il film del britannico Danny Boyle è di
quelli che lasciano il segno, brillano per regia innovativa, emozionano con un
sogno d’amore impossibile, ideale insomma per conquistare Hollywood, nonostante
si tratti della fiaba contemporanea in salsa bollywoodiana del ragazzo del te
di Mumbai che risponde alle domande della versione indiana di “Chi vuol esser
milionario?” non perché ha studiato le risposte ma perché le ha vissute. Per
quanto riguarda le bagarre per le migliori interpretazioni, ne sono risultati
vincitori nelle categorie dei migliori attori il grande Sean Penn per Milk di Gus Van Sant e Kate Winslet per
la superba prova offerta in The Reader di Stephen Daldry, in quelle dei
miglior interpreti non protagonisti si sono imposti il compianto Heath Ledger,
premiato postumamente per il ruolo del Joker in Il cavaliere oscuro di Christopher Nolan, ed
un’emozionatissima Penelope Cruz che si è aggiudicata una storica statuetta per
la sua memorabile interpretazione in Vicky Cristina Barcelona di Woody Allen. Milk è stato
premiato anche per la miglior sceneggiatura originale, come pure Il
cavaliere oscuro ha ottenuto un altro Oscar tecnico nella categoria miglior
montaggio del suono. La duchessa ha
ricevuto il premio per i migliori costumi. Nella categoria del miglior film
d’animazione si è imposto secondo le attese Wall-E, mentre la
statuetta del miglior film straniero – nella cui cinquina era stato estromesso Gomorra di Matteo Garrone – è andata al giapponese
Departures, che ha battuto a sorpresa il favoritissimo film d’animazione
israeliano Valzer con Bashir. La statuetta per il miglior documentario
se l’è invece aggiudicata Man on wire. A parte l’exploit di The
Millionaire la grande sorpresa della serata è stato il presentatore Hugh Jackman, che per
una volta ha lasciato il suo look da duro – divenne famoso con il ruolo
del mutante Wolverine in X-Men – per esibirsi
come affabile intrattenitore ed apprezzato performer musicale in una serie di
godibili duetti a tema.
Voto
8
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