Aki Kaurismäki
è sempre stato un autore per antonomasia, perché i suoi film si recepiscono al primo sguardo, come stile e rappresentazione
dei caratteri nella storia. Un cinema definito minimalista
per le sue storie delineate in piccoli spazi e con pochi personaggi, dove gli
attimi silenziosi sono il preludio della vita, nei suoi quotidiani movimenti,
laconici e struggenti, ma con appresso la speranza. Kaurismaki,
da spirito finnico che è, ha visto nell’adattamento di
classici come in Amleto si metti in affari dove Amleto dopo la morte di suo
padre, eredita la posizione nel consiglio di amministrazione di una società
controllata dallo zio, l’occasione di un pensiero sull’uomo messo alle strette
con il destino. Crime and
Punishment moderno adattamento dal romanzo di Dostojevski,
Delitto e castigo, è ambientato nella Helsinki degli
anni '80, individua nel protagonista, un giovane impiegato in un macello che
commette un omicidio insensato, la scrittura filmica atta a indagare con
fermezza il senso vero dell’esistere nelle sue contraddizioni. Minimi sono gli
avvii nelle storie cinematografiche di Kaurismaki,
che va oltre gli adattamenti dei classici o dei film sul lavoro, perché quello
che gli interessa e il senso stesso del filmare: l’uomo e la donna nel suo
procedere tra il destino della vita. La fiammiferaia nella sua brevità segue
l’esile vita di chi i fiammiferi le fabbrica e
l’esistenza si spegne in un attimo, o come nel dolce amaro Vita da bohème,
dove un gruppo di emarginati trovano il senso della vita nel vino e nell’arte
di strada. Da non dimenticare il verso al road movie come il
bizzarro Calamari union, dove diciotto uomini si perdono prima di
arrivare ad una meta illusoria, per arrivare ad Ariel,
dove comicamente le conseguenze di un gesto portano su strade sbagliate. Il
mondo rocambolesco in cui i personaggi si muovono, sembrano seguire la fissità
di uno sguardo pendente su come siamo rappresentati nella quotidianità, spesso
chiusi nel nostro intimo (Tatjana ) o incapaci di uscire dal guscio
esistenziale ( Ho affittato un killer ); ma una via
d’uscita si trova inaspettatamente, con il calore di una mano o l’affetto
segreto di una persona, che pongono l’indirizzi di una salvezza, toccando la
memoria collettiva e direttamente l’animo umano. Nel suo ultimo film, Le luci della sera,
il dettaglio della mano di una donna che stringe quella del protagonista in fin
di vita, esemplifica il commovente monito al riprendersi possesso del proprio
destino, desti verso il domani, sempre presente e vivido, anche se a volte ci viene precluso per un soffio. Molti titoli della filmografia
del regista finlandese, sono disponibile nel formato video corretto in lingua
originale con sottotitoli in italiano e acquistabili direttamente sul sito: www.emik.it
Voto
9
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